Votes taken by Sab73

view post Posted: 31/7/2012, 16:57     +1Richieste avatar e/o firme - Grafica-mente
Ecco la card firma numero 2 per Elly...



Se avete altre richieste chiedete pure! :)
view post Posted: 10/7/2012, 16:19     +1Le mie creazioni - Grafica-mente
Ed ora passiamo al secondo argomento.

Dal libro "In nome della madre" di Erri De Luca è stato individuato questo brano che parla dell'annunciazione a Maria.

MIRIAM RACCONTA.....

Ero in piedi e l'ho visto contro luce davanti alla finestra.
Ho abbassato gli occhi che avevo riaperto.
Sono sposa promessa e non devo guardare in faccia gli uomini.
Le sue prime parole sul mio spavento sono state:
"Shalòm Miriàm".
Prima che potessi gridare, chiamare aiuto contro lo sconosciuto,
penetrato nella stanza, quelle parole mi hanno tenuto ferma:
"Shalòm Miriàm",
quelle con cui losef si era rivolto a me nel giorno del fidanzamento.
"Shalòm lekhà" , avevo risposto allora.
Ma oggi no, oggi non ho potuto staccare una sillaba dal labbro.
Sono rimasta muta.
Era tutta l'accoglienza che gli serviva, mi ha annunciato il figlio.
Destinato a grandi cose, a salvezze,
ma ho badato poco alle promesse.
In corpo, nel mio grembo si era fatto spazio.
Una piccola anfora di argilla ancora fresca
si è posata nell'incavo del ventre.

Il mio losef, bello e compatto da baciarsi le dita,
si stringeva le braccia contro il corpo,
cercava di tenersi fermo,
ripiegato come col mal di pancia.
La notizia per lui era una tromba d'aria che scoperchiava il tetto.
Tentava un riparo con il corpo, smarrito in faccia,
i muscoli che saltavano fuori dalle braccia.
Si proteggeva il ventre teso e magro,
non si permetteva di toccarmi,
di scuotere la mia calma così opposta al suo sgomento,
senza poter fingere un po' di agitazione.
Ero in piedi, schiena dritta, un'agilità nuova mi dava slancio,
mi accorgevo di essere più alta
e più leggera precisamente al centro del corpo,
sotto le costole nell'ansa del ventre.
Là dove lui accusava il colpo
il peso coi muscoli contratti di un atleta sotto sforzo,
io ricevevo una spinta dal basso verso l'alto
da aver voglia di mettermi a saltare.
I suoi capelli a ciuffi scossi sbattevano sulla fronte chiara,
ballavano davanti agli occhi.
Glieli misi in ordine con un paio di carezze n'che.
Nel suo scompiglio era ancora più bello.

"Cos'altro ha detto, cos'altro",
chiedeva losef affannato con la testa tra le mani, gli occhi a terra.
"Sforzati di ricordare, Miriàm, è importante, cos'altro voleva far sapere?"

Gli uomini danno tanta importanza alle parole,
per loro sono tutto quello che conta, che ha valore.
Josef le voleva per poterle serbare, riferire.
Immaginò subito le conseguenze legali.
L'annuncio aveva rotto la nostra promessa.
Ero incinta di un angelo in avvento, prima del matrimonio.
Perciò chiedeva altre parole da riportare all'assemblea,
in cerca di una difesa di fronte al villaggio.

"Cos'altro ha detto, Miriàm? Ti prego, sforza la memoria,
è accaduto solo poche ore fa."
"Ero sopra pensiero, Josef, stupita da un rimescolio del corpo,
dalla polvere chiara
che mi aveva investito senza lasciare traccia a terra,
solo addosso.
Ce l'ho ancora, la vedi?"
"Lascia stare la polvere, pulirai dopo,
adesso aiutami, cosa racconterà agli anziani?"

Mentre accadeva guardavo in basso, là veste fino ai piedi.
Sotto, il mio corpo chiuso era calmo come un campo di neve.
Mentre parlava io diventavo madre.

Era per me il giorno uno della creazione.
Mi sforzavo di ricordare qualcosa per consolarlo.
Mi stava a cuore il suo sgomento,
m'importava di lui mortificato
dalla rottura del nostro patto di unione.
Non m'importava delle conseguenze
da un'ora all'altra io non appartenevo più alla legge.
Provavo a ricordare, ma mi veniva solo un'allegria,
una festa per quella nicchia in corpo
che mi faceva madre senza aiuto di uomo.
Sotto la sua preghiera ricordai qualcosa:
“Berukhà att'miccòl hannashìm", “benedetta tu più di tutte le donne”. "Berukhà?”, "miccol hannashìm?",
ripeteva stordito, spaesato.
Sulle mani annerite dai calli cadevano lacrime bianche.
"Non basta, Miriàm, non basta a spiegare,
aiutami, ricorda, ricorda ancora."
"Basta, Josef, basta,
questo è quello che è successo oggi a mezzogiorno.
Sono venuta a dirtelo. Fai di me quello che vuoi."

"Cos'hai Miriàm? Sorridi? Non abbiamo tempo,
è già buio e l'incontro non può durare ancora.
Dobbiamo separarci e non abbiamo deciso niente."
Ero felice. Avrei voluto abbracciare il mio Josef,
per lui mi era salita in petto una tenerezza mai provata.
Il rispetto, la soggezione, che ci insegnano verso l'autorità maschile, abbassano i sentimenti affettuosi.
Ma l'annuncio dell'angelo e la risposta del mio corpo
quel giorno mi avevano affrancato.
Non arrossivo, la fiducia di essere nel giusto
mi dava la prontezza necessaria e un contegno nuovo.
Anche il mio silenzio era cambiato.
Con la tenerezza venne la gratitudine. Mi aveva creduto.
Contro ogni evidenza si affidava a me.
Sulla sua bella faccia non s'era mosso,
neanche un muscolo del sospetto,
un aggrumo di ciglia, uno sguardo di sbieco.
E aveva visto la sua Miriàm per la prima volta,
perché era la prima volta che lo guardavo in faccia
senza abbassare la fronte, come neanche le: mogli osano fare.
Mi aveva creduto,
ero felice e calda di gratitudine per lui
"Fai quello che è giusto, Josef.
Io oggi sono tua più di prima, più della promessa."


E queste le mie immagini...

Immagine 1


Immagine 2


Immagine 3


Immagine 4


Immagine 5
view post Posted: 6/7/2012, 18:05     +2Le mie creazioni - Grafica-mente
Un progetto molto più complesso riguarda la mia collaborazione grafica su temi religiosi.
In breve si tratta di illustrare con le mie immagini elaborate dei testi in cui ci siano dei riferimenti religiosi.

Per farvi capire le immagini devo postarvi anche il testo.

Questo era il primo argomento:
monologo dell'ubriaco Marmeladov del romanzo "Delitto e castigo" di Dostoevskij.

Contesto: il brano è tratto da un episodio del suo romanzo pubblicato dall’autore nel 1866 (mentre Tolstoj pubblicava Guerra e Pace). Per inquadrare queste poche righe è sufficiente immaginare il personaggio Semen Zakharovuc Marmeladov, padre di Sonia, dentro una bettola, ormai sbronzo, che ad un tratto inaugura una sorta di delirio, un giudizio sul conto, sul fatto che si è bevuto il guadagno di sua figlia, trenta Kopeki, costretta a prostituirsi per sostenere il fabbisogno del padre.

Oggi sono stato da Sonia, sono andato a chiederle del denaro per bere! Eh! Eh!
[…]
Questa bottiglia è stata pagata col suo denaro …
[…]
Trenta kopeki m’ha portato, con le sue proprie mani, gli ultimi,
tutto ciò che le restava, l’ho veduto con i miei occhi…
Non ha detto nulla, m’ha soltanto guardato, senza parlare…
Non su questa terra, ma lassù… c’è chi s’affligge per l’umanità, piange,
e non rimprovera, non rimprovera!
E si soffre di più, si soffre di più quando non si è rimproverati!
Trenta kopeki, proprio! E anche lei ora ne ha bisogno, eh? Che ne pensate, eh?
[…]
Ebbene io il suo padre carnale le ho tolto quei trenta kopeki, per bere! E li bevo!
Me li sono già bevuti!
Via, chi mai compiangerà un essere come me? Eh? Vi faccio pietà, ora, o no?
Dite vi faccio pietà, o no? Eh, eh, eh!
[…]
Compiangermi! Perché compiangermi?
[…]
Perché compiangermi, dici tu? Sì! Non c’è nessuna ragione di compiangermi! Crocifiggermi bisogna, inchiodarmi sulla croce, non compiangermi!
Crocifiggilo, giudice, crocifiggilo, e, dopo averlo crocifisso, compiangi quest’uomo! Allora io stesso verrò da te per essere posto in croce,
poiché non sono assetato di letizia, bensì di dolore e di lacrime!
Credi tu vinaio, che questa bottiglia mi si sia convertita in dolcezza?
Dolore, dolore ho cercato nel fondo di essa, dolore e lacrime,
e di questo ho goduto, questo ho trovato;
ma ci compiangerà Colui che tutti compianse
e Colui che tutti e tutto comprese: Egli è l’unico, ed Egli è anche il giudice.
Verrà in quel giorno e chiederà: “[…] Dov’è la figlia che ebbe pietà del proprio padre terreno, ubriacone e dissoluto, senza aver orrore della sua natura bestiale?”
e dirà: “Vieni! Ti ho già perdonato una volta… ti ho perdonato una volta…
ti saranno perdonati ora i tuoi peccati, che sono molti, perché tu molto amasti…”.
E perdonerà la mia Sonia, la perdonerà, so fin d’ora che la perdonerà…
l’ho sentito nel mio cuore poc’anzi, quando ero accanto a lei!
E tutti saranno da Lui giudicati e perdonati, i buoni e i cattivi, i saggi e i mansueti…
e quando avrà finito di parlare a tutti, parlerà anche a noi:
“Avanzatevi, dirà, anche voi! Avanzatevi, ubriaconi!… avanzatevi, uomini deboli!…avanzatevi, viziosi! E noi tutti ci avanzeremo, senza vergognarci,
e ci fermeremo davanti a Lui.
Ed Egli dirà “ Voi siete dei porci! Immagini, impronte di bestialità!
Ma venite anche voi!”.
E diranno i saggi, diranno gli uomini assennati: “Signore! Perché accogli costoro?”
Ed egli dirà: “Perciò li accolgo, o saggi, perciò li accolgo o uomini assennati,
perché neppure uno di essi s’è mai stimato degno di questo…”.
E ci tenderà le Sue braccia, e noi vi ci getteremo… e piangeremo… e comprenderemo tutto! Allora comprenderemo tutto! E tutti comprenderanno….
[…]
Signore venga il tuo regno.


E queste le mie immagini...

Immagine 1 in due versioni




Immagine 2 in due versioni




Immagine 3


Immagine 4 in due versioni


view post Posted: 3/7/2012, 17:09     +1Bentornate Altherea e Cleonice Parisi - Dall'alba al tramonto
Un piccolo pensiero per il vostro ritorno... da parte mia e di Morfeo (altrimenti mi banna! :firulì: )




P.S. Colgo l'occasione per ricordarvi la riapertura della sezione Grafica-mente a cui invito tutti! :D
view post Posted: 3/7/2012, 15:52     +1Le mie creazioni - Grafica-mente
In questa discussione andrò a mettere i miei lavori personali, alcuni pubblicabili fatti per altri.

Per esempio inizio da questa immagine chiestami da Elly da mettere in firma.



P.S. Tranquilla Elly non ho scordato che devo fartene un'altra con Mickael Jackson... prima o poi arriva! ^_^ :woot:

Edited by Sab73 - 3/7/2012, 18:15
view post Posted: 1/6/2012, 17:31     +2La mia battaglia - Cerchi nell'acqua all'infinito
Apro questo post, come ho fatto in altri forum, per raccontarvi una parte di me e forse capire meglio quello che scrivo nelle mie poesie.

Mi chiamo Sabina, ho 39 anni, vivo in provincia di Verona.

Sono malata di artrite reumatoide (malattia autoimmune) da quando avevo 2 anni circa, dopo una trasfusione di sangue a 10 mesi e cause ancora da stabilire.

Sembra, nel mio caso, che un anticorpo estraneo ("anticorpo a specificità anti-D") abbia scatenato la malattia.

La malattia è stata riconosciuta all’età di 2 anni, iniziando la cura con cortisonici e antinfiammatori a 3 anni.

Questa in breve la mia storia, ma nella realtà di ogni giorno è stata lunga e dolorosa, al punto da ridurmi inferma a letto per mesi con febbre a 40° C. e dolori fortissimi (con tumefazioni) alle articolazioni che si sono deformate nel corso degli anni e continuamente sottoposte al processo di erosione della malattia.

La mia passione per il pc e internet mi ha permesso di conoscere Stefano, anche lui malato di A.R. (www.reumatoide.it), e di poter dare il mio modesto contributo alla divulgazione del Progetto Reum-amici.

Lottiamo per una vita migliore, vivibile e meno dolorosa possibile. Mi sto impegnando in questo progetto assieme a Stefano e a tanti altri, per uscire dall’oppressione della sofferenza, dalla depressione che ogni giorno mi schiaccia sempre più e dall’indifferenza della società e di chi è “normodotato”.

Ricordo poco della mia infanzia, forse inconsciamente ho sepolto i lunghi periodi di ricoveri in ospedale, i mesi passati con dolori fortissimi immobile... o forse non voglio più ricordare il calvario e pensare ad andare avanti... adattandomi al mutare del mio corpo, e ai vari interventi chirurgici che devo affrontare per non ridurmi in carrozzina.

Nonostante tutto, sono diplomata in ragioneria, ho la patente di guida, e dopo un periodo di riposo forzato, ho trovato un impiego (da 12 anni) presso una cooperativa sociale di inserimento lavorativo, come impiegata.

Questa è la mia battaglia... scusate se ho scritto tanto... :wub:
6 replies since 3/7/2003