STORIE "BESTIALI", I protagonisti: cani, gatti... & Company!

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Bellevue
view post Posted on 6/12/2007, 19:44     +1   -1




Mah :huh: non so' che dire:queste notizie mi lasciano sempre sconcertata image
Ma che bisogno c'é di manipolare la natura in questo modo? image
Di gatti enormi ne esistono già in natura,basti pensare al Gatto delle foreste Norvegesi e al Maine Coone.image
A che serve,o meglio,a chi serve un gatto cosi' ? :gratta:
 
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Bellevue
view post Posted on 11/12/2007, 19:50     +1   -1




Gli Orsi Bianchi.

Negli orsi bianchi la loro pelle è in realtà nera e i loro peli non sono bianchi ma trasparenti anche se in massa danno l'idea di bianco. Questo serve per permettere al corpo di catturare più raggi solari possibile. Il nero infatti è il colore che assorbe più luce quindi si riscalda velocemente ed è in grado di trattenere il calore molto a lungo mentre la trasparenza dei peli permette ai raggi di arrivare fin sulla pelle.

 
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xxxSibillaxxx
view post Posted on 27/1/2008, 19:26     +1   -1




Balto

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« Dedicata all'indomabile spirito dei cani da slitta che trasportarono sul ghiaccio accidentato, attraverso acque pericolose e tormente artiche l'antitossina per seicento miglia da Nenana per il sollievo della ferita Nome nell'inverno del 1925. "Resistenza -- Fedeltà -- Intelligenza" »
(Incisione sulla statua a New York dedicata a Balto)


Balto (15 novembre 1922 - 14 marzo 1933) era un cane Siberian Husky di proprietà di Leonard Seppala, vincitore di tutte le più grandi corse di cani da slitta col suo pupillo Togo.
Nel 1925, più precisamente il 19 gennaio, scoppiò a Nome, in Alaska, una violenta epidemia di difterite, senza che ci fosse l'antitossina necessaria per curare tutti i nuovi casi. Nome fu messa in quarantena e fu ordinato urgentemente un milione di fiale di antitossina. La scorta più vicina (trecentomila unità, che pesavano in tutto circa nove chili) si trovava ad Anchorage, la capitale, che distava più di millesettecento chilometri e non era direttamente collegata a Nome, ma una ferrovia arrivava solo fino a Nenana, a quasi mille chilometri da Nome. Il maltempo non permetteva agli aerei di alzarsi in volo e gli iceberg non permettevano alle navi di attraccare.

Per risolvere il problema si scelse di usare il metodo che da sempre era utilizzato per trasportare la posta: i cani da slitta. Venne organizzata una staffetta di venti mute di cani da slitta che si assunsero il compito di trasportare l'antitossina da Nenana a Nome, distanti seicento miglia. Balto fece parte dell’ultima staffetta e fu lui che arrivò in città il 2 febbraio 1925. L'antitossina aveva percorso 674 miglia in circa 127 ore e mezzo con una temperatura media di 40 gradi sotto zero (arrivò infatti congelata), i normali corrieri lo facevano in 25 giorni.

Dopo questa memorabile impresa, Balto e compagni furono comprati da un uomo di cui non è dato sapere il nome che poteva essere tutto tranne un amante degli animali: Balto ed altri cani furono trovati incatenati in un luogo buio e malsano, in pessima salute, maltrattati e costretti ad esibirsi in un locale da quattro soldi.

George Kimble, che aveva fatto questa raccapricciante scoperta, però non aveva i 2000 $ necessari per comprarli e doveva trovare i contanti in due settimane. Cosa fare? Organizzò una raccolta di beneficenza attraverso la radio e riuscì a trovare i soldi entro il tempo limite raccogliendoli nelle scuole; Balto aveva salvato dei bambini ed ora dei bambini avevano salvato Balto. Kimble li portò quindi nello zoo di Brookside a Cleveland, dove furono curati dal dottor Powell. Cieco, sordo ed artritico Balto si è trascinato fino all'età di 11 anni, morendo il 14 marzo del 1933.

(Liberamentre tratto da Wikipedia)
 
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gemma53
view post Posted on 27/1/2008, 19:36     +1   -1




ho visto il film animato e mi è piaciuto moltissimo......

:wub: :wub: :wub: :wub: :rosa: :rosa:
 
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xxxSibillaxxx
view post Posted on 17/2/2008, 18:41     +1   -1




La misteriosa fine spaziale di Laika

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Partì il 3 novembre 1957 a bordo dello Sputnik, destinato a bruciare nell'atmosfera come una meteora.
Quando il missile si sollevò dal cosmodromo di Baikonur, sotto la spinta e il fragore dei suoi motori, la cagnetta rinchiusa nella capsula cominciò a guaire penosamente e ad agitarsi nel tentativo di fuggire. Ma la stretta imbracatura che le avvolgeva corpo e zampe le impedì qualunque movimento, se non quello della testa. Poi, nei lunghi minuti in cui i propulsori del missile furono forzati al massimo per vincere la forza di gravità terrestre, l’animale si sentì schiacciato come in una morsa e la frequenza del suo cuore arrivò al limite dell’infarto, passando dagli abituali 100 a 250 battiti ogni minuto. Il terrore non abbandonò la cagnetta nemmeno quando si ritrovò, ormai priva di peso, in orbita attorno alla Terra, fra 200 e 1600 km d’altezza. Solo dopo tre ore di quella straniante condizione la bestia si calmò, ignara della sorte che l’aspettava.

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IL VIAGGIO SENZA RITORNO - Cominciò così, il 3 novembre 1957, il viaggio senza ritorno della cagnetta russa Laika, il primo essere vivente ad avere varcato i confini della Terra. Ancora oggi, nel cinquantenario di quell’evento, resta insoluto il mistero su come sia veramente morta Laika: gli esperti continuano a fornire differenti versioni di quel sacrificio programmato, alcune rassicuranti, altre decisamente strazianti. Come pure resta aperto il contenzioso se si trattò di un indispensabile esperimento per aprire all’uomo la via dello spazio, oppure di un’inutile ed esibizionistica crudeltà. Appena un mese prima, il 4 ottobre 1957, l’ex Unione Sovietica aveva sbalordito il mondo collocando in orbita lo Sputnik 1, il primo satellite artificiale, dimostrando un’insospettata supremazia rispetto agli Stati Uniti nella corsa allo spazio.

I RETROSCENA POLITICI - Stando ai documenti resi pubblici dopo il crollo dell’Urss, il lancio di Laika fu un affrettato fuori programma. Galvanizzato dal successo, il presidente Nikita Kruscev chiese al capo dei programmi spaziali Sergei Korolev di anticipare a qualunque costo il volo orbitale di una cagnetta, previsto per i mesi successivi, in modo da farlo coincidere con il 40.mo anniversario della rivoluzione d’ottobre (7 novembre 1917). […]

LA SCELTA DI LAIKA - Anche il reclutamento della cagnetta fu estemporaneo: accalappiata mentre vagava senza padrone in una via di Mosca, fu selezionata per la sua docilità fra tanti altri compagni di sventura. Laika era una femmina bastarda di circa 3 anni, risultato di incrocio fra un husky siberiano e un terrier. Sopportò con grande pazienza i test attitudinali: le costrizioni della tuta spaziale, gli elettrodi incollati nel petto, la centrifuga per simulare l’accelerazione di gravità durante il lancio. E si guadagnò con onore quel posto nella capsula spaziale dove, secondo fonti della Nasa, fu sigillata per ben tre giorni in attesa del lancio, con le deiezioni che si raccoglievano copiose in un sacchetto. Dopo il terrore del lancio e la ritrovata calma in orbita, Laika fu sentita dai controllori di volo consolarsi mangiando la sua pappa gelatinosa. Ma fu una breve parentesi.

I DUBBI SULLA MORTE DI LAIKA - Qualcosa andò storto nell’impianto di termoregolazione. Invece di mantenersi a 16 gradi, la temperatura schizzò a 41 e la cagnetta riprese a guaire e ad agitarsi. I battiti del suo cuore, poi ritrasmessi da alcune emittenti radiofoniche, diventarono sempre più flebili. Secondo la versione ufficiale dei fatti, trascorse circa 5 ore dall’ingresso in orbita, i controllori di volo applicarono la prevista soluzione della "dolce morte", rendendo disponibile alla cagnetta un’apposita pozione velenosa già pronta in cabina. Ma nell’ottobre del 2002, nel corso di un convegno spaziale a Houston, Texas, Dimitri Malascenkov, uno degli scienziati che partecipò all’impresa, rivelò che la versione dell’eutanasia era una pietosa bugia e che in realtà la cagnetta era morta 5-6 ore dopo il lancio per stress termico. Secondo altre fonti russe (Anatoly Zak, The True Story of Laika the Dog), l’agonia della cagnetta si sarebbe prolungata per ben quattro giorni. Lo Sputnik 2 divenne la bara spaziale di Laika, fino a quando la sua orbita decadde e tutto finì, il 14 aprile 1958, con un’infuocata disintegrazione nell’atmosfera.

MONDO DIVISO - Cinquant’anni fa il mondo si divise fra coloro che esaltarono l’impresa, incuranti delle sofferenze di Laika, sostenendo che quella era l’unica via per verificare la capacità di un essere evoluto a sopportare le forti sollecitazioni del lancio, seguite dalla repentina e prolungata assenza di gravità; e coloro i quali affermavano che tutte le verifiche potevano essere fatte tranquillamente nei simulatori spaziali a Terra, sia sugli animali sia direttamente sull’uomo. Così, mentre gli animalisti protestavano davanti alle ambasciate sovietiche di tutto il mondo, gli scienziati russi, e poi anche gli americani, continuavano i loro esperimenti spaziali con cavie animali: non solo cani, ma anche scimpanzé, topolini, rane, alcuni dei quali recuperati, altri finiti tragicamente come Laika. Solo di recente, Oleg Gazenko, uno dei superstiti ricercatori che partecipò al tirocinio di Laika, ha fatto una pubblica ammissione di pentimento: «Più tempo passa e più mi rammarico per la nostra scelta. Non era proprio necessaria. Da quella missione non abbiamo imparato tanto da giustificare la tragica fine di quel cane».

Franco Foresta Martin

(Fonte: Corriere della Sera, 02 novembre 2007)


 
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Regina dei Fiori
view post Posted on 17/2/2008, 20:04     +1   -1




Non conoscevo nei minimi dettagli la storia di Laika, ma ora che li ho letti non posso che confermare la mia solita tesi della crudeltà dell'essere umano: perchè non ci mandavano uno dei loro scienziati sullo Sputnik x il loro "esperimento"? Meglio perdere uno di loro che una cagnetta innocente.
 
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Bellevue
view post Posted on 17/2/2008, 20:15     +1   -1




Veramente crudele la scelta di questa bestiolina,ben sapendo come sarebbe finita la sua "avventura"... :cry:
 
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stella blu
view post Posted on 17/2/2008, 20:52     +1   -1




Ai tempi si dette un notevole risalto ai progressi ottenuti in campo spaziale, ma ci fu il silenzio sulla fine della cagnetta...che orrore!!!!
 
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xxxSibillaxxx
view post Posted on 5/3/2008, 17:21     +1   -1




Jerry, il topo che non ha paura dei gatti!


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TOKYO (13 dicembre 2007) - E chissà cosa penseranno i gatti rendendosi conto che Jerry, il topolino che sfidava continuamente Tom in duelli vinti in partenza, non è più solo l'idolo incontrastato delle fantasie di tutti i ratti del mondo. Un'equipe di ricercatori giapponesi ha creato infatti in laboratorio un topo che, come quello dei cartoons, non ha paura dei gatti grazie a una modifica genetica che ha spento i recettori del cervello che registrano l'odore dei felini (o di altre cose pericolose), che genera la paura nei roditori. Come prova del successo, gli scienziati hanno mostrato le foto di un topino tutto coraggio che gioca tranquillo, senza alcuna paura, vicino a un gatto, gli annusa l’orecchio, lo sbaciucchia e gioca con il collare del predatore.
Prima di scattare le foto però è stato dato da mangiare al gatto, per evitare spiacevoli sorprese. Secondo gli scienziati l’esperimento consente di capire come il cervello interpreta le informazioni: «Il sistema olfattivo principale dei topi è composto da due circuiti: uno che è quello che fornisce una risposta innata agli odori e l’altro che si basa sulla interpretazione e associazione degli odori mediante l’apprendimento. È probabile che la paura innata come risposta a uno stimolo è geneticamente programmata nel sistema neuronale», spiegano gli scienziati.

(Fonte: Il Messaggero)
 
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Regina dei Fiori
view post Posted on 5/3/2008, 22:14     +1   -1




Hihihi, chissà se dovrammo davvero modificare tutte le storie di Tom e Jerry, e il topino non tenterà di fuggire più dalle "grinfie" di Tom!
Ma è un cartone troppo simpatico! Comunque troppo carina questa foto!
 
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xxxSibillaxxx
view post Posted on 8/3/2008, 18:04     +1   -1




Gatti fluorescenti

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In Corea, un team di ricercatori ha creato in laboratorio due gatti fluorescenti, ultimi arrivati nello zoo degli animali clonati.
Il risultato è stato possibile modificando con una particolare proteina il gene che codifica il colore della pelle. Gli scienziati, guidati da Kong Il-keun, un esperto di clonazione della Gyeongsang National University, avrebbero inserito in questi gatti un gene in grado di codificare una proteina fluorescente (RFP).
La notizia è stata data dal ministro delle scienze e della tecnologia della Corea del Sud.
Secondo il ministro, la tecnica sviluppata per far nascere questi gatti potrebbe servire per creare e curare animali con malattie umane, oppure per clonare specie animali in via d’estinzione.
(Fonte: la Repubblica)


:boh: :gratta:
 
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xxxSibillaxxx
view post Posted on 9/3/2008, 19:02     +1   -1




Il segreto dei piccioni viaggiatori? Seguire le strade!


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LONDRA - I piccioni viaggiatori sono diventati più cittadini di quello che si pensa, anche se tutt'ora in grado di completare lunghissimi viaggi verso casa.
Secondo un gruppo di scienziati dell'università di Oxford, che li hanno studiati per 10 anni sfruttando tecnlogie Gps, i piccioni viaggiatori avrebbero imparato a utilizzare uno stratagemma decisamente comodo: hanno cominciato a seguire le strade come una mappa.
Utilizzando tecnologie satellitari per registrare il loro percorso, gli studiosi hanno scoperto, non senza sorpresa, che i piccioni, né più né meno degli automobilisti, seguivano le strade principali anziché scegliere tragitti più brevi e diretti verso casa, preferendo la via più sicura, anche se costava un percorso più lungo e quindi più faticoso. Seguendo questo metodo, i piccioni fanno addirittura svolte agli «incroci» e alle rotonde.
«I percorsi che scelgono non sono i più vantaggiosi in termini di sforzo fisico, bensì in termini di sforzo mentale. Scelgono una strada abbastanza buona in relazione allo sforzo fisico che devono impiegare, ma mai la migliore. Seguire il percorso stradale sembra che renda il loro viaggio molto più rilassante», ha spiegato Tim Guilford, il professore di zoologia all'università di Oxford che ha condotto lo studio. Insomma, non devono concentrarsi troppo, come invece sarebbe necessario se volessero sfruttare i mezzi di orientamento più «raffinati» che possiedono come altri uccelli, ma che sono meno «facili» (forze gravitazionali, correnti ascensionali, posizione del Sole o della Luna, ecc.)

L'ESPERIMENTO - Il professore e la sua collega Dora Biro hanno applicato ai piccioni viaggiatori piccoli strumenti di posizionamento satellitare del peso di 18 grammi e hanno poi liberato gli uccelli a circa più di 30 chilometri da casa. All'inizio i piccioni si sono orientati con il sole ma, appena hanno capito dove si dirigevano le strade sotto di loro, si sono semplicemente messi a seguirle per tornare a casa.
Ognuno di loro ha scelto un percorso differente, ma tutti sembravano cercare di seguire linee rette individuabili sul paesaggio, dalle strade alle linee ferroviarie, dai fiumi ai filari di alberi. «È stato piuttosto comico osservare un gruppo di uccelli che abbiamo liberato in prossimità di una strada statale. Hanno seguito la strada fino al primo incrocio dove hanno girato tutti quanti a destra e, un paio di incroci più tardi, hanno girato tutti a sinistra», ha raccontato il professore. Secondo i ricercatori, i piccioni, oltre a utilizzare il loro senso dell'orientamento naturale, si affidano anche a punti di riferimento lineari che li aiutano a mantenere la giusta direzione senza dover continuamente controllare la loro bussola interna.

LA SPIEGAZIONE - «Cercano percorsi lineari perchè è un facile espediente per mantenere la direzione corretta», ha detto Guilford.
È possibile, spiegano i ricercatori, che i piccioni abbiano sempre utilizzato fiumi e coste per orientarsi, anche prima che venissero costruite le strade. Gli uccelli appartengono, infatti, alla stessa famiglia dei colombi terraioli, che seguono sempre le coste per tornare verso casa.

(Fonte: Corriere della Sera)


 
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Bellevue
view post Posted on 9/3/2008, 19:28     +1   -1




Molto interessante :D
Regalero' a mio marito,che non ha il senso dell'orientamento,un piccione viaggiatore anziché un GPS!!! :risata:
 
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xxxSibillaxxx
view post Posted on 9/3/2008, 19:34     +1   -1




CITAZIONE (Bellevue @ 9/3/2008, 19:28)
Regalero' a mio marito,che non ha il senso dell'orientamento,un piccione viaggiatore anziché un GPS!!! :risata:

Un'idea regalo senza dubbio originale, cara Belle! :firulì:

Mi hai fatto fare una risata spontanea e sonora!
:risata: :risata: :risata:

:bye:
 
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Bellevue
view post Posted on 9/3/2008, 19:38     +1   -1




:timidone: :timidone: :timidone:
 
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100 replies since 25/11/2007, 21:06   513 views
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