STORIE "BESTIALI", I protagonisti: cani, gatti... & Company!

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xxxSibillaxxx
view post Posted on 11/3/2008, 16:44     +1   -1




Il giallo delle api sparite


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Che fossero laboriose e organizzatissime lo si sapeva e anche che rappresentassero un indicatore ambientale straordinariamente sensibile. Le api non apprezzano ad esempio i campi Ogm, li evitano accuratamente e a quanto pare trasmettono messaggi di allarme anche alle loro compagne che non hanno ancora sorvolato coltivazioni transgeniche. Ma che fossero gravemente minacciate anche dalle onde elettromagnetiche dei nostri cellulari è una spiacevole novità, annunciata da alcuni studiosi tedeschi dell'Università di Landau: gli insetti, secondo le loro ricerche, rifiutano di rientrare negli alveari se nei paraggi vengono piazzati ripetitori o congegni elettromagnetici. Il loro sistema di «navigazione» ne verrebbe sconvolto, al punto che non riuscirebbero più a ritrovare la strada per le arnie.

Sarebbe questa - benché ancora controversa - la spiegazione della recente moria di sciami in molte parti del mondo, imputata finora alla presenza di parassiti o alla carenza di polline. I telefonini provocherebbero quello che in termini scientifici viene definito «Colony collapse disorder», ovvero la morte degli insetti lontano da casa. Il fenomeno, registrato dallo scorso autunno negli Usa, è stato segnalato anche in Europa, dapprima in Spagna, ora anche in Germania e Inghilterra. La misteriosa malattia sta decimando le api americane, mettendo a repentaglio l’impollinazione di molte colture e provocando danni per centinaia di migliaia di dollari. Negli ultimi tempi gli apicoltori di una ventina di Stati americani hanno registrato perdite fino all’80 per cento della popolazione di api. Un fenomeno inconsueto per diffusione e gravità.

Le api sono una risorsa economica, enorme e «a libro paga» della natura. Un alveare contiene fino a 50.000 insetti, in Europa ci sono miliardi di api e ogni volta che una esce dall’alveare impollina un centinaio di fiori, «lavoro» che produce, solo nell’Unione Europea, miliardi di euro. L'importanza dell’impollinazione è incommensurabile per l’ecosistema: senza api centinaia di piante scomparirebbero. Eppure i miracolosi insetti scompaiono dai campi a ritmo serrato. Gli apicoltori ne trovano sempre di più morte sotto gli alveari e la produzione di miele cala in tutto il mondo. Colpa della chimica in agricoltura, certamente, e anche dei cambiamenti climatici. Secondo un rapporto del World Watch Institute un terzo degli alveari di ape domestica è già scomparso e la stessa sorte tocca alle specie selvatiche. Al danno naturale si aggiunge quello economico perché il valore dell’impollinazione delle piante è stimabile intorno ai 10 miliardi di euro l’anno nel mondo.

Ulteriori dubbi, dunque, si addensano su ripetitori e cellulari: che siano dannosi lo si sospetta da tempo, e molte ricerche, anche se contrastate da studi di segno opposto, lo affermano. Un’indagine finlandese di qualche anno, per esempio, affermava che l’uso eccessivo e decennale del telefono cellulare può aumentare del 40 per cento il rischio di sviluppare un tumore al cervello. Una ricerca svedese dice invece che le onde elettromagnetiche sono in grado di distruggere le cellule cerebrali. L’allarme nei confronti dei più giovani, comunque, sia bambini che adolescenti, è diffusamente accettato.

Gli studi proseguono e una risposta definitiva la potremo avere soltanto con analisi che prendano in esame «trend» di lungo termine. Nel frattempo, comunque, sarebbe in ogni caso saggio applicare di più il «principio di precauzione».

Tornando alle api, qualunque sia la spiegazione di uno degli eventi ecologicamente più misteriosi degli ultimi anni, speriamo di non essere in procinto di vedere il finale di una specie di film dell'orrore: «Se le api scompariranno - aveva scritto Einstein - all'uomo resteranno solo quattro anni di vita».

(Fonte: La Stampa)
 
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Bellevue
view post Posted on 11/3/2008, 17:07     +1   -1




Che finale terribile!
Speriamo che Einstein si sia sbagliato! :( :(
 
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Regina dei Fiori
view post Posted on 11/3/2008, 21:55     +1   -1




Ormai dei danni sull'uomo che possono derivare dall'uso prolungato dei cellulari si parla sempre più diffusamente, ma non sapevo che questi danni potessero colpire anche le api...
 
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xxxSibillaxxx
view post Posted on 14/3/2008, 20:03     +1   -1




Elefanti e richiami a lunga distanza

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Gli elefanti africani hanno perfezionato l'arte delle chiamate a lunga distanza. Emettono infatti la maggior parte dei loro richiami di notte, quando l'aria è più fresca e il suono viaggia più lontano. Gli elefanti sono animali molto sociali, che comunicano fra loro usando sbuffi, grida, barriti, ruggiti e borbottii. Le conversazioni di basso livello fra i membri della famiglia continuano per tutto il giorno: per esempio, un piccolo può segnalare alla madre di fermarsi per poter poppare. Sono stati identificati quasi 70 suoni o "messaggi" differenti usati dai pachidermi per tenersi in contatto.
I messaggi includono sia richiami a breve distanza che a lunga distanza. Molti dei richiami sono a livello di infrasuoni, una frequenza molto bassa al di sotto del range udibile dagli esseri umani. Gli uomini sentono solo la parte superiore del barrito, anche se più che udirlo ne percepiscono le vibrazioni nel diaframma. Gli infrasuoni (con frequenza fra 1 e 20 Hz) possono viaggiare a lunghe distanze. Tuttavia, le condizioni atmosferiche ne limitano pesantemente la portata: nella savana della Namibia, la temperatura durante il giorno sfiora spesso i 50 gradi centigradi e il vento soffia fino a 32 chilometri all'ora. I richiami fatti quando le condizioni atmosferiche sono ottimali possono essere uditi entro un'area di 280 chilometri quadrati. Le raffiche di vento e il calore possono ridurre questa distanza a due soli chilometri quadrati. Gli esperti hanno appurato che il 96 per cento dei richiami a infrasuono viene emesso al tramonto e all'alba. Si tratta dei periodi in cui le condizioni atmosferiche sono ideali, con temperature basse e poco vento. I richiami effettuati in questi periodi possono essere uditi fino a 10 chilometri di distanza.

(Fonte: Le Scienze, edizione italiana di “Scientific American”)
 
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Bellevue
view post Posted on 14/3/2008, 21:21     +1   -1




Dopo l'articolo,molto interessante, postato da Sibilla riguardante i suoni emessi dagli elefanti per comunicare,ne posto uno che riguarda la comunicazione dei cetacei e l'impresa compiuta dal delfino Moko.

L'impresa del delfino Moko porta in salvo capodogli arenati
Un delfino è riuscito a guidare e portare a largo due capodogli che si erano arenati sulla spiaggia di Mahia, sulla costa orientale di North Island, una delle isole maggiori della Nuova Zelanda. L'esemplare femmina di delfino tursiope, che i frequentatori della spiaggia hanno soprannominato Moko, è riuscita a comunicare con i due cetacei (capodogli pigmei) che rischiavano di morire sulla spiaggia, e a salvarli portandoli lontano dalla terraferma.
I cetacei, un esemplare femmina di tre metri e il suo piccolo di un metro e mezzo, erano disorientati, apparentemente disturbati da un banco di sabbia vicino alla spiaggia e non riuscivano a ritrovare la via per il mare.
A quel punto è arrivata Moko, abituata a nuotare tra i bagnanti, ad avvicinarsi alle barche per farsi accarezzare e a spingere con il muso i kayak. Il delfino ha cominciato a produrre suoni e a comunicare. I capodogli sono riusciti a stabilire un contatto e Moko li ha scortati per circa 200 metri fino al margine del banco di sabbia, poi ha fatto una virata attraverso un canale abbastanza stretto e li ha scortati in mare.
Da allora i due cetacei sono rimasti lontani dalla spiaggia di Mahia, dove ogni anno si arenano una trentina di balene, la maggior parte della quali non riesce a salvarsi.
(12 marzo 2008)


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Regina dei Fiori
view post Posted on 15/3/2008, 16:26     +1   -1




Che eroe questo delfino!
Si sente sempre più spesso ormai di balene e grandi cetacei che perdono il senso dell'orientamento e purtroppo si arenano sulle spiagge e muoiono...e ciò è dovuto purtroppo, come sempre, alla mano dell'uomo, e all'inquinamento ambientale che egli provoca...
 
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xxxSibillaxxx
view post Posted on 15/3/2008, 20:19     +1   -1




CITAZIONE (Bellevue @ 14/3/2008, 21:21)
L'impresa del delfino Moko porta in salvo capodogli arenati

Che bella storia! Un esempio di "altruismo" e generosità tra animali! :wub:
 
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xxxSibillaxxx
view post Posted on 30/3/2008, 19:36     +1   -1




Il gatto persiano? Viene dall'Europa!

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Anche se si chiama così, il gatto persiano non ha avuto origine in Persia ma con ogni probabilità nell’Europa Occidentale. È quanto ha accertato negli Stati Uniti uno dei più accurati studi genetici mai condotti sui gatti.
Confermando quanto già scoperto da una precedente ricerca pubblicata nel giugno scorso sul Journal of Science, l’indagine condotta dalla ricercatrice Leslie Lyons, della School of Veterinary Medicine dell’ Università della California, ha accertato che i primi gatti del pianeta dovrebbero provenire dal Medio Oriente. Il precedente studio parlava di Mesopotamia, questo parla di Turchia orientale, di fatto i risultati combaciano.

Ciò che secondo gli studiosi risulta del tutto nuovo è questa scoperta: quella che oggi è conosciuta e classificata come «razza persiana», in realtà non ha avuto origine in Persia, ma dovrebbe esserci arrivata dall’Europa Occidentale. Lo studio ha indagato 22 distinte razze provenienti da Corea, Cina, Turchia, Israele, Germania, Finlandia, Brasile e Stati Uniti. Provengono tutte da un’area chiamata dagli studiosi "Fertile Crescent", che corrisponde appunto al Medio Oriente.
Risalendo di dna in dna, la ricercatrice californiana è giunta a verificare che il gatto "persiano", che porta quel nome proprio perchè lo si riteneva originario della Persia, in realtà ha antenati europei, di origine finnico-tedesca.

Tra le altre curiosità rilevate con certezza dallo studio, questa: il cosiddetto "gatto abissino", che in Gran Bretagna porta questo nome perchè si riteneva fosse stato introdotto in Inghilterra nel 1860 dai soldati di ritorno dalla guerra d’Abissinia, in realtà con l’Abissinia non ha nulla a che fare: i suoi antenati provenivano dall’Europa e dal sud est asiatico.

(Fonte: La Stampa)
 
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Regina dei Fiori
view post Posted on 31/3/2008, 13:39     +1   -1




Allora dobbiamo chiamarlo gatto tedesco da oggi in poi, il corrispettivo del "pastore tedesco"!! :prrrrr: :prrrrr: :prrrrr:
 
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xxxSibillaxxx
view post Posted on 9/4/2008, 22:32     +1   -1




I gas serra mettono a rischio la sopravvivenza dei koala

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Dormiglioni e piuttosto golosi, i koala australiani rischiano grosso a causa dell’aumento dei gas serra nell’atmosfera. Secondo alcuni studiosi, infatti, le maggiori concentrazioni di diossido di carbonio rendono immangiabili le foglie di eucalipto, alimento base della dieta dei marsupiali.

L’allarme - si legge sul sito online del quotidiano britannico The Independent - è stato lanciato ieri dai professori dell’Università nazionale di Canberra, in Australia. Secondo Bill Folley, docente di scienze naturali, il diossido di carbonio riduce i livelli di nutrienti contenuti nelle foglie di eucalipto allo stesso tempo aumentando il grado di tossicità della pianta.

«Si tratta di cambiamenti molto rilevanti per il futuro delle popolazioni di alcuni marsupiali», ha osservato Folley. «La vita diventerà molto difficile per questi animali».

Le foglie di eucalipto, adorate dai koala, non sono particolarmente ricche da un punto di vista nutritivo. A causa del loro basso contenuto di proteine, infatti, i marsupiali sono costretti a mangiarne fino a 700 grammi al giorno.

Simili a piccoli orsacchiotti, abili arrampicatori, i koala sono noti per le lunghe dormite: in media pisolano 20 ore su 24. Per il resto della giornata, di solito, masticano foglie di eucalipto.

(Fonte: La Zampa.it, 07.04.08)


 
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Regina dei Fiori
view post Posted on 10/4/2008, 09:24     +1   -1




Questi animalozzi mi hanno sempre ispirato tanta tenerezza, sin da quando guardavo il cartone animato Georgie, col suo mitico e tenerissimo Koala Lup!
Spero che si possa fare qualcosa per loro...
 
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xxxSibillaxxx
view post Posted on 10/4/2008, 18:35     +1   -1




CITAZIONE (Regina dei Fiori @ 10/4/2008, 10:24)
Questi animalozzi mi hanno sempre ispirato tanta tenerezza, sin da quando guardavo il cartone animato Georgie, col suo mitico e tenerissimo Koala Lup!
Spero che si possa fare qualcosa per loro...

Piacciono molto pure a me questi "animalozzi" (trovo simpaticissimo questo termine!) ;) ...
Come tante altre specie di animali, subiscono le conseguenze delle scelleratezze umane.
Mi auguro anche io che sia possibile trovare una soluzione al problema dell'inquinamento, non solo per la salvaguardia dei koala, ma per il benessere di tutti, uomini ed animali.

 
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xxxSibillaxxx
view post Posted on 19/6/2008, 17:35     +1   -1




Il Cobra che sputa

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Una nuova specie di Cobra-che-sputa, lungo fino a 2,60 metri e in grado di uccidere fino a 20 persone col veleno di un solo morso è stata scoperta in Kenya.
Lo hanno annunciato due scienziati in uno studio pubblicato nei giorni scorsi. Questo cobra di colore scuro, ritenuto inizialmente parte di una varietà di cobra dal collo nero, è stato scoperto in un centro di ricerca e allevamento di rettili nel giugno 2004, ma è stato confermato come specie diversa solo quest'anno.
I cobra che sputano sono in grado di lanciare il loro veleno a diversi metri di distanza. Il normale cobra dal collo nero al massimo non supera i due metri di lunghezza, con una media di un metro e mezzo, mentre questa nuova specie, secondo i ricercatori, è una delle più grandi al mondo. E' stata battezzata Naja Ashei, in memoria di James Ashe, che ha fondato il centro Bio-Ken a Watamu sulla costa kenyana, dove si trovano i cobra giganti.
Uno di questi ha prodotto 6,2 ml di liquido velenoso in un solo getto. I due scienziati, Wolfgang Wuster e Donald G. Bradley, hanno riferito nel loro studio che l'habitat della nuova specie è stato localizzato in aree secche del nord e dell'est del Kenya, nel nord est dell'Uganda, nel sud dell'Etiopia e nel sud della Somalia. Con questa scoperta - secondo lo studio - sale a sei il numero di varietà africane del Cobra-che-sputa.

(Fonte: Newton, RCS Periodici)
 
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Regina dei Fiori
view post Posted on 20/6/2008, 08:40     +1   -1




Oh mamma..."sputazzone di ferro"!!
:P
 
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xxxSibillaxxx
view post Posted on 20/6/2008, 21:20     +1   -1




CITAZIONE (Regina dei Fiori @ 20/6/2008, 09:40)
Oh mamma..."sputazzone di ferro"!!
:P

:risata:
 
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100 replies since 25/11/2007, 21:06   513 views
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