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Una delle pietanze più popolari della cucina giapponese, a base di Fugu (o pesce palla), è il famoso "sashimi" (detto anche "fugu sashi"), in cui il pesce crudo viene affettato così sottilmente da vedere la decorazione del contenitore attraverso le fettine stesse; per questo motivo, vengono utilizzati dei piatti molto colorati e dai bellissimi disegni, per fornire al commensale un fantastico impatto visivo quando viene servito. Le carni del pesce palla sono bianche e dal sapore molto delicato. La fama di questo pesce, però, più che dalla sua bontà, deriva dalla sua potenziale pericolosità. Vengono annoverati tra gli animali esistenti più velenosi, a causa della presenza in quasi tutte le loro viscere (ovaie, fegato, intestino e pelle) della tetrodotossina, una neurotossina 1200 volte più letale del cianuro, che prende il nome proprio dalla famiglia di cui questi pesci fanno parte; agisce bloccando il sistema nervoso e a tutt'oggi non esiste alcun tipo di antidoto. Per uccidere una persona ne basta appena un mg.! Il Ministero della Salute giapponese consente la preparazione e la cottura di questa pietanza soltanto a chi è in possesso di una licenza speciale, obbligatoria dal 1958, rilasciata dal Ministero stesso dopo 2-3 anni di apprendistato e dopo aver superato un esame finale rigorosissimo, consistente in una parte scritta, un test per l'identificazione dei vari tipi di Fugu ed una prova pratica di taglio del pesce con relativa degustazione! In tal modo, mangiare il pesce palla al ristorante o comprarlo già tagliato nei negozi autorizzati diventa assolutamente sicuro; ma occorre anche registrare che dal 1974 al 1983 si sono verificati 674 casi d'intossicazione e ben 179 decessi; attualmente la stima è di 30-100 persone l'anno, per l'incoscienza e la superficialità di coloro che lo consumano al di fuori dei luoghi consentiti. La sua commercializzazione in Italia è vietata dal 1992: nel 1977 ci furono tre casi mortali per pesce palla importato da Taiwan, ma solo perché alcune code vennero vendute erroneamente come code di rana pescatrice. La bravura degli chef abilitati sta soprattutto nel conservare quel tanto di tossina sufficiente a produrre un leggero formicolio nella bocca e nella lingua dell'avventore che, soddisfatto, avrà così provato l'eccitazione tipica di chi ha sfidato la morte!
Ho già detto che non sono una fan della cucina nipponica, anche se ho assaggiato qualche pietanza, senza il minimo entusiasmo. Ora che ho scoperto queste “belle” novità, resterò a digiuno se mi capiterà di entrare in un ristorante giapponese, oppure mi organizzerò portandomi un sostanzioso panino casareccio… alla faccia del pesce palla e del sashimi!
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