Allo staff de
La Terra dei Papaveri, con l’edizione di PapaverNews del 27 aprile scorso, avevo proposto di aprire una sezione nella quale tutti avrebbero potuto dire qualcosa, di scientifico, di curioso, di storico, di artistico, di cucina… eccetera, che abbia attinenza con i Papaveri.
Proposta accolta con un “gruoss” segno di approvazione. A gran voce, insomma.
Naturalmente col benestare del Grande Capo, che – essendo un Morfeo – spera di scoprire nei “
rosolacci” qualche altra virtù che lo facciano meglio “
polleggiare” con Papaverine e Papaveresse, impegni casalinghi permettendo.
Non proprio una sezione ma un post ben evidenziato in questa sottosezione nella quale oggi avviamo subito una introduzione sulla natura del fiore che abbonda su questa terra.
Come già premesso, in quel PapaverNews. la sua
carta d’identità:
Papaver rhoeas, Papavero comune o rosolaccio. Il binomio scientifico del conosciutissimo papavero è stato creato da Carlo Linneo nel 1753 riprendendo, per il genere, l’antico termine latino
papaver, che a sua volta proveniva dal celtico «
papa» = pappa per i bambini, perché in essa si mescolava il succo di tale pianta, per farli dormire. Il secondo nome della specie, cioè
rhoeas, deriva invece dal greco
rheo (= ρέω, scorrere via), come accade ai suoi petali presto caduchi ad ogni soffio di vento.
Il papavero fiorisce da marzo a luglio, e vive sino a 1700-2000 metri di altezza.
È pianta comune e può crescere nei campi coltivati, tra il grano, lungo le siepi.
I suoi fiori e i suoi semi conservano le loro proprietà anche dopo essere stati disseccati.
Edited by Biribissi2 - 1/5/2007, 01:40