| xxxSibillaxxx |
| | Il nostro rosolaccio è anche il protagonista di una canzone famosissima intitolata 'Papaveri e papere', della quale ho riportato il testo al termine di questo post e che, come ho scoperto con sorpresa, richiama il significato dell’espressione “alti papaveri” spiegata in dettaglio dal nostro Biribissi.
Anche se per molti è la quintessenza della canzone sanremese più frivola, una testimonianza dell'arretratezza culturale in cui si voleva tenere l'Italia anni '50, 'Papaveri e papere' non era nata come una semplice filastrocca, visto che l'autore del testo, Mario Panzeri (specialista in liriche 'cifrate'), affermò esplicitamente di essersi ispirato alla politica: "Il testo di Papaveri e papere mi è stato suggerito dalla prosopopea di certi personaggi politici. Credo che anche con una semplice canzonetta si possa fare della satira di costume". Sicuramente non venne accolta come una semplice filastrocca. Come ha scritto Gigi Vesigna, "Le parole vennero lette come riferite alla classe politica e in particolare ad Amintore Fanfani, piccolo di statura, ma potentissimo esponente della Democrazia cristiana".
Un'altra lettura antigovernativa è testimoniata da Dario Salvatori: "Quello stesso anno, la campagna elettorale del PCI si basò su un manifesto in cui gli alti papaveri democristiani venivano falciati dal vento rivoluzionario del comunismo: la papera impaperata era il popolo vessato e senza scelta, i papaveri alti, la DC". Questa interpretazione sembrerebbe dare ragione alla tesi della continuità con il ventennio: come allora, per fare passare una critica sociale la canzonetta si mascherava da innocente filastrocca - e come allora, l'indiziato era Mario Panzeri, che aveva messo dietro al 'Tamburo della Banda d'Affori' cinquecentocinquanta pifferi - casualmente, lo stesso numero di consiglieri della Camera del Fascio.
Secondo Gianni Borgna ('Storia della canzone italiana', Mondadori), invece, per molti Italiani il messaggio subliminale nascosto nell'impossibile amore zoofloreale della favola fu considerato di stampo ultraconservatore: "Una morale decisamente rinunciataria, che predica rassegnazione a oltranza e supina accettazione del proprio stato di inferiorità sociale".
La canzone, cantata da Nilla Pizzi la sera del 30 gennaio 1952, fu incisa su disco e vendette più di settantamila copie, quantità davvero considerevole per quei tempi. Fu un successo in tutto il mondo, dall'Inghilterra alla Cina, grazie anche alle interpretazioni di artisti come Bing Crosby, Yves Montand e Beniamino Gigli.
--------------IL TESTO ------------------ Su un campo di grano che dirvi non so, un dì Paperina col babbo passò e vide degli alti papaveri al sole brillar... e lì s'incantò. La papera al papero chiese "Papà, pappare i papaveri, come si fa?" "Non puoi tu pappare i papaveri" disse Papà. E aggiunse poi, beccando l'insalata: "Che cosa ci vuoi far, così è la vita...
"Lo sai che i papaveri son alti, alti, alti, e tu sei piccolina, e tu sei piccolina, lo sai che i papaveri son alti, alti, alti, sei nata paperina, che cosa ci vuoi far..."
Vicino a un ruscello che dirvi non so, un giorno un papavero in acqua guardò, e vide una piccola papera bionda giocar... e lì s'incantò. Papavero disse alla mamma: "Mammà, pigliare una papera, come si fa?" "Non puoi tu pigliare una papera", disse Mammà. "Se tu da lei ti lasci impaperare, il mondo intero non potrà più dire... "Lo sai che i papaveri son alti, alti, alti, e tu sei piccolina, e tu sei piccolina, lo sai che i papaveri son alti, alti, alti, sei nata paperina, che cosa ci vuoi far..."
E un giorno di maggio che dirvi non so, avvenne poi quello che ognuno pensò Papavero attese la Papera al chiaro lunar... e poi la sposò. Ma questo romanzo ben poco durò: poi venne la falce che il grano tagliò, e un colpo di vento i papaveri in alto portò. Così Papaverino se n'è andato, lasciando Paperina impaperata...
(Libero adattamento tratto dal sito: galleriadellacanzone.it)
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