la PAPAVEROPEDIA, Il Papavero nella storia e tra le curiosità

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Biribissi2
view post Posted on 30/4/2007, 16:31     +1   -1




Nel mondo anglosassone la specie Papaver rhoeas è tradizionalmente dedicata alla memoria delle vittime sui campi di battaglia della prima e della seconda guerra mondiale.
Ad esempio, in Gran Bretagna, nell'Armistice Day, tutti portano un papavero rosso all'occhiello.
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xxxSibillaxxx
view post Posted on 1/5/2007, 16:50     +1   -1




CITAZIONE (Biribissi2 @ 30/4/2007, 17:31)
Nel mondo anglosassone la specie Papaver rhoeas è tradizionalmente dedicata alla memoria delle vittime sui campi di battaglia della prima e della seconda guerra mondiale.
Ad esempio, in Gran Bretagna, nell'Armistice Day, tutti portano un papavero rosso all'occhiello.

Caro Biribissi, la tua "PAPAVEROPEDIA" è proprio una brillante idea! :woot:
Con piacere porto anche io il mio piccolo contributo a questo post... :)



La relazione tra i papaveri e il l’Armistice Day o Remembrance Day deriva dalla poesia "Nei campi di Fiandra", dell'ufficiale medico canadese John McCrae. L'emblema del papavero venne scelto perché questi fiori sbocciavano in alcuni dei peggiori campi di battaglia delle Fiandre nella I guerra mondiale.
Il loro colore rosso è un simbolo appropriato per lo spargimento di sangue della guerra di trincea.
Alcune persone scelgono di indossare papaveri bianchi, che sottolineano il desiderio di alternative pacifiche alle azioni militari.
Un'organizzazione chiamata People Against Global Imperialism (la “Gente Contro l’Imperialismo Globale") produce e indossa papaveri neri.


:bye:
 
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Biribissi2
view post Posted on 1/5/2007, 18:02     +1   -1




Si, Sibilla, è come tu scrivi. La battaglia delle Fiandre nella Prima guerra mondiale fu infatti la più sanguinosa per la coalizione schierata contro l’impero tedesco (Gran Bretagna, Francia Canada, India, Terranova, Nuova Zelanda, Sudafrica, Australia, Stati Uniti, Belgio, Italia). Ce ne furono due di Battaglie delle Fiandre o di Ypres. Nella Seconda, anch’essa combattuta nei pressi della cittadina belga di Ypres, furono addirittura impiegati dai tedeschi per la prima volta i gas asfissianti. Da Ypres derivò infatti il nome di iprite dato a quel gas letale. Solo in quella seconda battaglia la coalizione lamentò la perdita di 70.000 uomini fra morti, feriti e dispersi.
Tu che sei amante della poesia e della canzone saprai anche che Fabrizio D’Andrè per la sua canzone “La guerra di Piero” si ispirò appunto a quella poesia Nei campi di Fiandra che tu citi. La canzone di D’Andrè comincia….:
Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi,
ma sono mille papaveri rossi.


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Nell'immagine corone di papaveri
sotto un monumento ai caduti nella cittadina inglese di Droitwich.
 
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Regina dei Fiori
view post Posted on 1/5/2007, 21:59     +1   -1




splendide queste news sui nostri fiorellini che ci caratterizzano e contraddistinguono in questa terra!!!
 
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view post Posted on 2/5/2007, 12:38     +1   -1
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Concordo con Reginella...
grazie per queste news-curiosità
sui nostri amati papaveri :inchino:
 
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xxxSibillaxxx
view post Posted on 2/5/2007, 15:54     +1   -1




L’origine della simbologia che identifica il papavero come fiore che rappresenta le vittime sui campi di battaglia sembra avere origini molto remote nel tempo.

Si narra, infatti, che Gengis Khan, l'imperatore e condottiero mongolo, portasse sempre con sé dei semi di papavero che spargeva sui campi di battaglia dopo le sue vittorie, in ricordo e rispetto di coloro che vi erano caduti con onore ed anche per "segnare", con il colore rosso di quei fiori, che là si era svolta una battaglia.
(Fonte: Wikipedia)


:bye:
 
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Biribissi2
view post Posted on 2/5/2007, 16:15     +1   -1




Poiché il Remembrance Day ricorre l'11 novembre, giorno che segnò, nel 1918, la fine della Prima guerra mondiale, periodo in cui non ci sono Papaveri nei campi…., una donna francese, certa Madame E. Guérin, introdusse l’utilizzo ormai diffuso dei papaveri artificiali. Con essi si fanno quelle tipiche corone e anche quelli che si mettono all’occhiello e/o comunque utilizzati per quella ricorrenza sono artificiali, di seta o di plastica.
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xxxDemetraxxx
view post Posted on 2/5/2007, 23:02     +1   -1




L'intramontabile fascino dei papaveri
Fabio Firenzuoli


Immortalati da Claude Monet e non solo, i papaveri rossi tipici delle nostre campagne mediterranee evocano nella memoria di ciascuno lontane emozioni di estati calde, tranquille e spensierate, e ricordi di libertà dagli impegni di scuola.

Forse invece pochi sanno che questi semplici e coloratissimi fiori sono stati anche oggetto di studi, di ricerche e di usi tipici della medicina popolare di molti paesi europei. Pochi sanno anche che le tenerissime foglie del papavero rosso, chiamato anche rosolaccio, fanno parte delle erbette di campo utili per ottime e delicate insalate, insieme alle foglie di cicerbita, di valerianella, o di cicoria.

I rimedi ottenuti dall’uso del rosolaccio in realtà sono stati sempre utilizzati per sedare la tosse dei bambini, e li troviamo ancora oggi presenti in qualche preparazione di tipo erboristico. Dal punto di vista botanico il rosolaccio (Papaver rhoeas) appartiene alla famiglia delle Papaveraceae, la stessa del Papavero da oppio, e già questo ci fa pensare che possa contenere anche sostanze utili per la preparazione di rimedi sedativi. Ed è proprio così infatti. La pianta, oltre agli antociani che conferiscono il tipico color rosso acceso ai petali dei fiori, contiene anche una piccola quantità di alcaloidi che agiscono in maniera simile alle benzodiazepine. Se volessimo tuttavia affrontare l’argomento dal punto di vista strettamente scientifico dovremmo purtroppo dire che non esistono studi pubblicati che ne garantiscano la sicurezza di impiego. Per questo forse è bene che il Papavero rosso dei nostri campi rimanga nell’ immaginario collettivo come esempio di “rilassante” alla sola vista piuttosto che venga assunto come vero e proprio medicinale naturale.

Dai racconti dei nostri contadini però si può ancora apprendere come un tempo questi facessero dormire i propri figli più “difficili” non tanto con il papavero rosso quanto piuttosto con una varietà di Papavero da oppio (Papaver somniferum), talvolta usata come pianta ornamentale. Questa è una pianta medicinale nel vero senso della parola. E’ notoriamente tipica dei paesi orientali, dove purtroppo viene coltivata soprattutto in quanto fonte di morfina e conseguentemente di eroina. La medicina invece la sfrutta in quanto nell’oppio, costituito dalla secrezione (latice) giallastra che fuoriesce dalle incisioni della pianta fresca, sono presenti numerosi alcaloidi utilizzabili come veri e proprio farmaci. Certo che il più noto è la morfina, usata elettivamente come antidolorifico, ma importante ancora oggi è pure la codeina, un altro alcaloide dotato di alto potere sedativo della tosse.

E se è vero che la morfina è responsabile di contrazioni spastiche della muscolatura liscia dello sfintere di Oddi, alla fine del coledoco, è altrettanto vero che nello stesso Papavero esistono altri alcalodi che agiscono in senso nettamente contrario: la papaverina è infatti il prototipo degli alcalodi antispastici, ed utilizzata anche nelle sindromi da spasmi dell’apparato vascolare. Misteri e meraviglie della natura! Pensare poi che molti ricordano (o utilizzano ancora) la stessa papaverina per la sua efficacia contro contro l’impotenza: l’unico svantaggio è che necessita di essere somministrata mediante iniezioni intracavernose.

Dall’oriente alle estreme coste occidentali dell’America del Nord: il papavero giallo, conosciuto con il nome di Escolzia (Eschschltzia californica) tipico delle distese californiane, oggi molto utilizzato anche da noi come rimedio da banco contro l’insonnia, e presente in molte preparazioni erboristiche, utilizzato tuttavia forse con troppa disinvoltura anche per bambini e anziani. Proprio per questi soggetti invece c’è bisogno di maggior cautela, in quanto l’Escolzia contiene non solo alcaloidi che agiscono come sedativi sul Sistema Nervoso Centrale, ma anche alcaloidi che possono interferire sulla funzionalità cardiaca e sul sistema nervoso vegetativo, con turbe del ritmo e della pressione arteriosa. I rischi in particolare si hanno quando si stiano assumendo contemporaneamente altri farmaci.

Quindi sia lodata la famiglia della Papaveraceae, che da oriente ad occidente allieta la nostra vista, le nostre farmacie ed erboristerie, ma soprattutto sia attenta e vigile la nostra considerazione quando queste piante diventano strumento di automedicazione troppo spesso incontrollata.

(l’autore è direttore del Centro di Medicina naturale, Ospedale San Giuseppe, Empoli)

18 Giugno 2003

(Fonte katawebsalute)
 
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Biribissi2
view post Posted on 6/5/2007, 18:50     +1   -1




_image__________Definiamo ALTI PAPAVERI quelli che occupano, spesso e volentieri in maniera impropria, posizioni di potere con mansioni di comando, quelli che si collocano nelle cosiddette stanze dei bottoni.
La definizione di alto papavero deriva dalla locuzione latina contenuta nei codici di Ab Urbe condita libri di Tito Livio (1, 54): Ibi inambulans tacitus summa papauerum capita dicitur baculo decussisse. Tradotta in italiano: Passeggiando in quel luogo, avanti e indietro in silenzio, si narra che si mise a decapitare i papaveri a colpi di bacchetta.
In tale passo di Ab Urbe condita, Tito Livio racconta che Sesto, figlio di Tarquinio il Superbo, ultimo re di Roma, si trovava in finto esilio nella città ostile di Gabii. Pur essendo l'uomo più potente, si trovava però in difficoltà nel fronteggiare i propositi rivoltosi degli abitanti del posto. Sesto allora inviò un messaggero dal padre per chiedergli consiglio. Tarquinio condusse il messaggero nei giardini reali e, camminando silenzioso, iniziò ad abbattere con un bastoncello la cima dei papaveri più alti che facevano ombra ai fiori più bassi. Il messaggero non capì, ma al figlio di Tarquinio fu subito chiaro che avrebbe potuto sedare ogni possibile tentativo di rivolta facendo decapitare, senza indugi, i notabili (cioè gli alti papaveri) della città di Gabii.
 
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Regina dei Fiori
view post Posted on 6/5/2007, 19:18     +1   -1




Bellissima questa curiosità!!!
 
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Biribissi2
view post Posted on 6/5/2007, 20:36     +1   -1




CITAZIONE (Regina dei Fiori @ 6/5/2007, 20:18)
Bellissima questa curiosità!!!

...naturalmente qualsiasi riferimento a Morfeo è da ritenersi puramente casuale.....
 
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Regina dei Fiori
view post Posted on 6/5/2007, 21:04     +1   -1




hihihih..of course!!!
 
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xxxSibillaxxx
view post Posted on 7/5/2007, 17:22     +1   -1




CITAZIONE (Biribissi2 @ 6/5/2007, 19:50)
La definizione di alto papavero deriva dalla locuzione latina contenuta nei codici di Ab Urbe condita libri di Tito Livio (1, 54): Ibi inambulans tacitus summa papauerum capita dicitur baculo decussisse. Tradotta in italiano: Passeggiando in quel luogo, avanti e indietro in silenzio, si narra che si mise a decapitare i papaveri a colpi di bacchetta.

Quanto mi piace leggere tutte queste novità! :book:
Caro Biribissi, lo dichiaro pubblicamente: ebbene sì, sono una tua fan!
:danza: :firulì: :timidone:

:bye:
 
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Regina dei Fiori
view post Posted on 7/5/2007, 21:42     +1   -1




CITAZIONE (xxxSibillaxxx @ 7/5/2007, 18:22)
CITAZIONE (Biribissi2 @ 6/5/2007, 19:50)
La definizione di alto papavero deriva dalla locuzione latina contenuta nei codici di Ab Urbe condita libri di Tito Livio (1, 54): Ibi inambulans tacitus summa papauerum capita dicitur baculo decussisse. Tradotta in italiano: Passeggiando in quel luogo, avanti e indietro in silenzio, si narra che si mise a decapitare i papaveri a colpi di bacchetta.

Quanto mi piace leggere tutte queste novità! :book:
Caro Biribissi, lo dichiaro pubblicamente: ebbene sì, sono una tua fan!
:danza: :firulì: :timidone:

:bye:

Mi associo a Siby!! :wub:
 
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xxxSibillaxxx
view post Posted on 8/5/2007, 19:19     +1   -1




Il nostro rosolaccio è anche il protagonista di una canzone famosissima intitolata 'Papaveri e papere', della quale ho riportato il testo al termine di questo post e che, come ho scoperto con sorpresa, richiama il significato dell’espressione “alti papaveri” spiegata in dettaglio dal nostro Biribissi.

Anche se per molti è la quintessenza della canzone sanremese più frivola, una testimonianza dell'arretratezza culturale in cui si voleva tenere l'Italia anni '50, 'Papaveri e papere' non era nata come una semplice filastrocca, visto che l'autore del testo, Mario Panzeri (specialista in liriche 'cifrate'), affermò esplicitamente di essersi ispirato alla politica: "Il testo di Papaveri e papere mi è stato suggerito dalla prosopopea di certi personaggi politici. Credo che anche con una semplice canzonetta si possa fare della satira di costume". Sicuramente non venne accolta come una semplice filastrocca. Come ha scritto Gigi Vesigna, "Le parole vennero lette come riferite alla classe politica e in particolare ad Amintore Fanfani, piccolo di statura, ma potentissimo esponente della Democrazia cristiana".

Un'altra lettura antigovernativa è testimoniata da Dario Salvatori: "Quello stesso anno, la campagna elettorale del PCI si basò su un manifesto in cui gli alti papaveri democristiani venivano falciati dal vento rivoluzionario del comunismo: la papera impaperata era il popolo vessato e senza scelta, i papaveri alti, la DC".
Questa interpretazione sembrerebbe dare ragione alla tesi della continuità con il ventennio: come allora, per fare passare una critica sociale la canzonetta si mascherava da innocente filastrocca - e come allora, l'indiziato era Mario Panzeri, che aveva messo dietro al 'Tamburo della Banda d'Affori' cinquecentocinquanta pifferi - casualmente, lo stesso numero di consiglieri della Camera del Fascio.

Secondo Gianni Borgna ('Storia della canzone italiana', Mondadori), invece, per molti Italiani il messaggio subliminale nascosto nell'impossibile amore zoofloreale della favola fu considerato di stampo ultraconservatore: "Una morale decisamente rinunciataria, che predica rassegnazione a oltranza e supina accettazione del proprio stato di inferiorità sociale".

La canzone, cantata da Nilla Pizzi la sera del 30 gennaio 1952, fu incisa su disco e vendette più di settantamila copie, quantità davvero considerevole per quei tempi. Fu un successo in tutto il mondo, dall'Inghilterra alla Cina, grazie anche alle interpretazioni di artisti come Bing Crosby, Yves Montand e Beniamino Gigli.






--------------IL TESTO ------------------
Su un campo di grano che dirvi non so,
un dì Paperina col babbo passò
e vide degli alti papaveri al sole brillar...
e lì s'incantò.
La papera al papero chiese
"Papà, pappare i papaveri, come si fa?"
"Non puoi tu pappare i papaveri" disse Papà.
E aggiunse poi, beccando l'insalata:
"Che cosa ci vuoi far, così è la vita...

"Lo sai che i papaveri son alti, alti, alti,
e tu sei piccolina, e tu sei piccolina,
lo sai che i papaveri son alti, alti, alti,
sei nata paperina, che cosa ci vuoi far..."

Vicino a un ruscello che dirvi non so,
un giorno un papavero in acqua guardò,
e vide una piccola papera bionda giocar...
e lì s'incantò.
Papavero disse alla mamma:
"Mammà, pigliare una papera, come si fa?"
"Non puoi tu pigliare una papera", disse Mammà.
"Se tu da lei ti lasci impaperare,
il mondo intero non potrà più dire...
"Lo sai che i papaveri son alti, alti, alti,
e tu sei piccolina, e tu sei piccolina,
lo sai che i papaveri son alti, alti, alti,
sei nata paperina, che cosa ci vuoi far..."

E un giorno di maggio che dirvi non so,
avvenne poi quello che ognuno pensò
Papavero attese la Papera al chiaro lunar...
e poi la sposò.
Ma questo romanzo ben poco durò:
poi venne la falce che il grano tagliò,
e un colpo di vento i papaveri in alto portò.
Così Papaverino se n'è andato,
lasciando Paperina impaperata...


(Libero adattamento tratto dal sito: galleriadellacanzone.it)


:bye:
 
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