STORIE "BESTIALI", I protagonisti: cani, gatti... & Company!

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xxxSibillaxxx
view post Posted on 25/11/2007, 21:06     +1   -1




In questo post vogliamo condividere storie vere, avvenimenti reali, leggende e curiosità sugli animali?
Spero che vi piaccia questa proposta e che i contributi siano numerosi!
:)



Inizio io, raccontando...


La storia di Hachiko

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Hachiko era il nome di una cagnetta bianca di razza Akita Inu. Naque ad Odate nel novembre 1923 e all'età di due mesi fu adottata dal professor Ueno Eizaburo del Dipartimento Agricolo dell’Università di Tokyo.
Hachiko prese l'abitudine di accompagnare Ueno tutte le mattine, fino alla stazione di Shibuya, dove il suo padrone prendeva il treno per recarsi al lavoro, poi tornava ad aspettarlo al suo ritorno alle tre del pomeriggio.
Il 12 maggio 1925, Ueno venne colto da un infarto mentre era all'Università e morì. Quella sera Hachiko alla stazione attese invano il ritorno del suo padrone e così fece nei giorni seguenti, per anni interi.
Le persone notavano questa cagnetta che aspettava paziente, sempre nello stesso punto; così ben presto la sua storia si diffuse in tutto il Giappone e gente da ogni parte dell'isola veniva per darle una carezza e qualche leccornia.
Il 17 marzo 1934 Hachiko morì, proprio lì nello stesso punto dove per quasi dieci anni aveva atteso l'arrivo del suo adorato Ueno.
La fedeltà e la determinazione della cagnetta avevano molto colpito tutto il Giappone: la notizia della sua morte venne riportata sulle testate di tutti i giornali e fu proclamato il lutto nazionale.
Vennero raccolte offerte in tutto il Giappone, con le quali lo scultore Shou Ando realizzò, in onore di Hachiko, una statua che nell'aprile del 1934 venne posizionata nel punto dove l'animale soleva aspettare. La statua che oggi si trova alla stazione di Shibuya non è però quella realizzata nel 1934. Durante la seconda guerra mondiale, l'imperatore del Giappone diede l'ordine di fondere ogni metallo disponibile per forgiarvi armi e nemmeno la statua ad Hachiko fu risparmiata. La statua che è possibile ammirare oggi è stata realizzata da Takushi, il figlio di Ando che la ricostruì nell'aprile del 1947.
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La statua della stazione di Shibuya non è però l'unico monumento ad Hachiko. Nel cimitero di Aoyama, accanto alla tomba di Ueno Eizaburo, è stato eretto un memoriale in onore della cagnetta, dove alcune sue ossa sono sepolte.
Il corpo di Hachiko, invece, fu imbalsamato ed ora è esposto al Museo Nazionale delle Scienze a Nord Ovest della stazione dalla quale partiva e arrivava il suo amato padrone.
(Fonte: “vecchiosalice.it”)

 
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Bellevue
view post Posted on 25/11/2007, 21:24     +1   -1




Bellissimo questo post,carissima Sibilla....e bellissima la storia che hai raccontato.
Potrei aggiungere che potremmo postare anche le storie e i racconti che riguardano i nostri amici "animaletti",quelli che vivono a casa con noi,siano essi cani,gatti,uccellini e quant'altro.

 
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Bellevue
view post Posted on 25/11/2007, 23:14     +1   -1




La storia di "Ciurciulino"(uccellino)ve la voglio raccontare...
Mio marito ha sempre avuto la mania dei canarini e della loro riproduzione,ma non erano canarini normali,erano dei GLOSTER(mi pare sia una razza ottenuta in Inghilterra),che sono canarini che hanno una taglia maggiore degli altri,ed un particolare aspetto a palla.
Era estate e i canarini si erano riprodotti con gran felicità di mio marito,ma una canarina non ne volle sapere di allevare la sua nidiata,ed in un paio di giorni,ad uno ad uno gli uccellini morirono:ne rimase uno,che mio figlio Francesco,all'epoca piccolissimo,battezzo' CIURCIULINO.
Era pero' arrivato anche il giorno della partenda x le vacanze,e non sapevamo come fare con l'uccellino.Gli altri li avevamo affidati ad un amico,ma il piccolino stavamo allevandolo noi con una siringa che ci permetteva di somministrargli il pastoncino.Decidemmo che l'avremmo portato con noi in vacanza:almeno gli avremmo dato una chance.
Lo mettemmo in una zuccheriera foderata di ovatta,preparammo la sua pappa e partimmo......
Arrivammo in Calabria dopo un viaggio inframmezzato da molte soste x nutrire il piccolino,che aveva viaggiato comodamente sulle mie ginocchia,e lo installammo
in cucina nella sua zuccheriera di cristallo,libero....ma era cosi' piccolo che non riusciva a muoversi.Ma i giorni passavano e lui resisteva e diventava più grande,cominciava a saltare fuori dal suo nido improvvisato,e quando ritornavamo dal mare lo trovavo sul bordo della zuccheriera che pigolava e reclamava il cibo.
Insomma io ero x lui la sua mamma:quando mi vedeva batteva le alucce...
Quando siamo ritornati a Napoli era nella sua bella gabbietta,ormai adulto.
Ed é vissuto x molti anni,comportandosi con me sempre come quando era pulcino:quando mi vedeva batteva le ali e reclamava il cibo. image
 
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xxxSibillaxxx
view post Posted on 26/11/2007, 17:13     +1   -1




CITAZIONE (Bellevue @ 25/11/2007, 21:24)


Potrei aggiungere che potremmo postare anche le storie e i racconti che riguardano i nostri amici "animaletti",quelli che vivono a casa con noi,siano essi cani,gatti,uccellini e quant'altro.


Sono d'accordissimo Belle! :)


CITAZIONE (Bellevue @ 25/11/2007, 21:24)

Insomma io ero x lui la sua mamma:quando mi vedeva batteva le alucce...
Quando siamo ritornati a Napoli era nella sua bella gabbietta,ormai adulto.
Ed é vissuto x molti anni,comportandosi con me sempre come quando era pulcino:quando mi vedeva batteva le ali e reclamava il cibo.


Che storia tenera! :wub:

:bye:

 
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Bellevue
view post Posted on 26/11/2007, 17:36     +1   -1




Si davvero molto tenera image
Oggi vi racconto la storia di Matilda,la gatta che sà contare(almeno fino a tre!)
Matildina é una gatta di 7 anni,regalatami,insieme a suo fratello Leon(Pigio-Pigio che ormai non é più con noi :cry: )da un amico che ben conosceva la mia passione x i gatti.
E' un semi-persiano cioé suo padre era un bellissimo persiano blu e la mamma chissà!!!!!E' una gatta dolcissima,a pelo semi -lungo, di colore nero striato di marrone.Qui in Francia il veterinario l'ha definita:tartarugata.
Qualche anno fa abbiamo corso il rischio di perderla prima per una colangio-epatite,e poi x un'endomedriosi:furono momenti terribili,ma fortunatamente facendola sterilizzare,si ristabili'.Come ho detto Matilda é molto gentile e tranquilla,ed é stata presa di mira da Paw il gatto tigrato rosso che abbiamo adottato 2 anni fa.Paw le tende agguati,la disturba quando dorme,la spaventa da morire!Allora Matildina quando ha visto che di notte io chiudo i gatti più giovani,ha deciso che lei avrebbe cambiato stile di vita.....Lei vive di notte!
Trascorre la giornata nascosta nella mia camera(alla quale porta bussa prima che si facciano uscire i gatti la mattina),e si sistema comodamente sul mio letto.durante la giornata esce 2-3 volte sotto la mia supervisione,per cibarsi e fare i bisogni,e la sera gratta alla porta quando anche il 3° gatto é stato chiuso.Si,perché lei ha perfettamente capito che io metto in un'altra camera i più irrequieti,e quando sente x la terza volta chiudere la porta e la proteste degli occupanti la camera,lei capisce che é arrivato il suo momento ;) :timida:
 
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xxxSibillaxxx
view post Posted on 26/11/2007, 17:46     +1   -1




Cita, la scimmia di Tarzan

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Per una certa generazione di spettatori, diciamo dai 30 anni in su, il nome di Tarzan è legato a quello della sua inseparabile scimmia, Cita, che non è una “signora”, ma un maschietto, anzi un arzillo vecchietto che oggi ha 75 anni.

La scimmia era stata scoperta in Africa negli Anni ‘30 da Tony Gentry, che di mestiere addestrava gli animali scritturati da Hollywood. Aveva interpretato 12 grandi successi a fianco dell'uomo della giungla, nonostante fosse già abbastanza anzianotta per recitare, e nel 1967 aveva chiuso la carriera con il musical «Doctor Doolittle».

In genere le scimmie come lei, quando si spengono le luci della ribalta, finiscono in laboratori di ricerca che ne fanno chissà cosa. Gentry perciò aveva tenuto duro, adottando Cita. Nel 1992, però, Tony aveva capito che anche per lui stava calando il sipario. Voleva evitare che la scimmia di Tarzan finisse in qualche esperimento biologico e quindi aveva scritto nel suo testamento di sopprimerla. Quando lo ha saputo suo nipote, Dan Westfall, è corso al capezzale di Gentry per implorarlo di affidargli Cita. Lo zio si è lasciato commuovere e ha deciso di lasciargli la scimmia in eredità.

Allo stato selvaggio questi animali difficilmente superano i 40 anni, ma in cattività vanno tranquillamente oltre i 60. Cita è alta un metro e 20 centimetri, pesa 64 chili e gode di ottima salute, a parte un fastidioso diabete.
Vive a Palm Springs, in un pensionato per animali celebri, in piena libertà e mangiando solo cibo salutare. Il passatempo preferito di Cita è dipingere quadri astratti, che Westfall chiama «Ape-stract». Secondo lui sono così belli che li vende per 125 dollari l'uno, raccogliendo soldi destinati al pensionato.

Quando era una stella, la scimmia di Tarzan amava anche fumare i sigari e bere birra, ma ora è stata messa a stecchetto, rispettando una dieta e abitudini salutistiche. Ogni tanto, però, Westfall consente a Cita di accompagnarlo in auto al vicino McDonald's, dove lei si concede un hamburger e una Coca. Per il resto, mangia solo frutta, vegetali e prodotti specifici per i primati.
Eccola, in una foto recente.
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(Liberamente tratto da: “La Stampa”)



:bye:


 
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Bellevue
view post Posted on 26/11/2007, 18:08     +1   -1




Che bel vecchietto con lo sguardo dolcissimo :wub: :wub: :wub: :wub:
 
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xxxSibillaxxx
view post Posted on 27/11/2007, 17:25     +1   -1




Santi e cani


Molti Santi hanno legato la loro vita, almeno per un po', ai cani.


San Cristoforo
Martirizzato in Licia nel III sec. d.C. dalle persecuzioni di Decio, San Cristoforo è oggi noto a tutti come il protettore degli automobilisti e dei viaggiatori in genere. E’ citato in questa rassegna per una curiosità che lo lega al cane: in buona parte della iconografia medio-orientale San Cristoforo è rappresentato con la testa di cane. Questo si deve al fatto che alcune fonti lo vogliono di origine cananea (il paese dei cani), altre dicono che è originario di Licopoli (città dei lupi), un paese della Licia e altre ancora che sia nato a Cinopoli (la città dei cani) in Cinopolitania.

Santa Margherita
Sedotta da un cavaliere ancora 17enne, Santa Margherita da Cortona, dopo anni di amore contrastato dalla famiglia e un figlio nato nel frattempo, perse il fidanzato. Fu il suo cane a ritrovarne il corpo assassinato in un bosco e a condurre colà Santa Margherita. Questa, sconsolata e ancora osteggiata dalla famiglia, scelse la strada del convento per darsi a Dio e all'amore verso di lui. Visse esclusivamente di contemplazione e di preghiere e l'unico che le rimase vicino fino all'ultimo fu quel cane che ancora oggi appare nella iconografia religiosa mentre tira la veste a Margherita per condurla al corpo del suo cavaliere.

Sant'Uberto
Un Venerdì Santo il Signore si rivelò ad Uberto in una croce tra le corna di un cervo. Uberto era a caccia ma quel giorno non si poteva perchè la religione lo vietava. Il Signore allora ordinò ad Uberto di recarsi, penitente, dal vescovo Lamberto a Maastricht. L'incontro portò Uberto a prendere i voti e, nel 780, lui stesso divenne vescovo di Maastricth. Anche da vescovo continuò a coltivare la sua passione per i cani e per la caccia che praticò nelle Ardenne. Alla sua morte lasciò tutti i suoi segugi ai monaci della sua abbazia, i quali continuarono ad allevarli per secoli. Quel segugio ancora oggi porta il suo nome, Cane di Sant'Uberto, e ancora oggi questo santo è il protettore dei cacciatori.


Sant'Antonio Abate
E' conosciuto anche come il “santo del porcello”, dall'iconografia popolare che lo ritrae sempre con un maialino, simbolo del demonio tentatore contro cui egli combattè in vita durante i suoi lunghi ritiri nel deserto. Fu lui infatti l'iniziatore della vita anacoretica e del monachesimo cristiano. Nato in Egitto verso il 250, questo santo è venerato in tutto l'occidente come protettore contro la peste e il fuoco, ma anche come protettore degli animali domestici e cani in particolare che figurano sempre nella iconografia a lui dedicata. Nel giorno della sua festa si usa distribuire pani benedetti a uomini e animali e in molti paesi gli animali vengono portati sul sagrato della chiesa per la pubblica benedizione.


San Rocco
San Rocco, nato in Francia a Montpellier nel XIII o XIV sec., è molto venerato nelle regioni meridionali. La tradizione popolare lo invoca come protettore contro le malattie del bestiame e della peste. Infatti, in pellegrinaggio verso Roma si imbatté in una epidemia di peste, assistè i malati e operò molte guarigioni miracolose. Ammalatosi anch'egli si rifugiò in una grotta per attendere la morte, invece sopravvisse grazie anche all'acqua che miracolosamente zampillava dalla roccia e all'aiuto di Reste, il cane che compare al suo fianco nell'iconografia popolare, con un tozzo di pane in bocca che portava ogni giorno a San Rocco, malato, nella grotta.


San Domenico
In un sogno attribuito alla madre di San Domenico c’è un cane bianco e nero che porta una torcia ardente con cui si deve dare fuoco al mondo. San Domenico lo ritenne un segno del signore e adottò come simbolo della missione dei Domenicani proprio quel cane e la sua torcia (“domini canes” in latino, significa “cani del signore”). Esso rappresentava la seria minaccia a streghe ed eretici che con il fuoco sarebbero stati messi al rogo. Ancora oggi quel cane è presente nell'iconografia dell'ordine e lo stesso abito dei domenicani ne ripropone i colori.


San Vito
Un ragazzetto con a fianco uno o più cani, così appare San Vito nell'iconografia italiana. Siciliano, lucano o pugliese che sia, questo Santo, vissuto nel III sec. d. C. e fatto martire dall'imperatore Diocleziano, ha come principale prerogativa quella di ammansire i cani idrofobi e in genere le bestie feroci o colpite dalla rabbia, ma anche gli idrofobi in senso metaforico e i tarantolati (in Puglia si dice di loro che “hanno il ballo di san Vito”). Si narra infatti che il Santo fosse rimasto indenne dopo il morso di un cane idrofobo. Da qui la sua fama di taumaturgo, protettore delle greggi e degli animali da tiro.


San Guinefort
Da ultimo eccovi un santo singolare, San Guinefort. E' singolare perché questo santo è proprio un cane in carne ed ossa. A onor del vero di San Guinefort ce ne sono due, uno umano (martirizzato a Pavia) e l'altro cane (un levriero vissuto in Francia poco più a nord di Lione); ma quello di cui vogliamo parlare è il cane. Questo raccolse intorno a sé una gran moltitudine di devoti, soprattutto madri che chiedevano protezione per i loro figli. Il suo culto si estese così tanto che la chiesa ad un certo punto dovette intervenire per vietarlo perchè, giustamente, ritenuto irriverente per la cristianità e pagano. Fatto sta che per molta gente della regione francese di Dombes questo levriero è stato oggetto di una lunga e fervida venerazione. Ecco brevemente la sua storia così come la riporta la tradizione popolare. Guinefort era il cane da caccia di un cavaliere. Quando un giorno questi si allontanò dal suo castello, lo lasciò a guardia del suo figliolo infante che riposava nella culla. Ad un tratto un grosso serpente si infilò nella camera del fanciullo, ma il pronto intervento di Guinefort che mise a morte il serpente scongiurò il pericolo per il bambino. Nel trambusto che ne derivò la culla si rovesciò e coprì il bimbo che continuò pacificamente il suo sonno. Di ritorno il cavaliere, alla vista della culla rovesciata e del cane insanguinato dai morsi del serpente, si scagliò contro Guinefort e lo uccise convinto che fosse stato lui ad uccidere il fanciullo, poi ne scaraventò il corpo nel cortile. Tornato in camera si accorse però che il piccolo era indenne sotto la culla e da parte giaceva il corpo straziato del serpente. Capì allora che le cose erano andate diversamente da come le aveva immaginate e che il povero Guinefort era stato ingiustamente punito. Tornò quindi da lui e lo seppellì con tutti gli onori. La tomba del cane divenne poi un luogo di pellegrinaggio della gente del contado e Guinefort fu acclamato santo per volontà del popolo.


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(Fonte: Vito Buono, "Santi e cani", in ciaopet.com)
 
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Bellevue
view post Posted on 27/11/2007, 17:36     +1   -1




Molto belle queste storie :wub:
Inoltre ci fanno comprendere il perché della rappresentazione iconoclastica dei nostri protettori.
 
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Bellevue
view post Posted on 28/11/2007, 21:20     +1   -1




Le lucciole

La luce delle lucciole è generata tra un enzima del sangue ("luciferasi"), una proteina ("la luciferina"),l’ossigeno e un acido naturale,l’"adenosintrifosfato",che negli organismi viventi ha la capacità di convertire gli zuccheri e i grassi in energia.Questa energia generata da zuccheri e grassi, in presenza dell'enzima, della proteina e dell’ossigeno si trasforma in luce.Queste sostanze si trovano in una parte della pancia della lucciola,che è composta da due pareti:quella davanti è fatta di una sostanza trasparente,quella posteriore ha la forma di una parabola e,alla presenza di microcristalli, ha funzione riflettente.Proprio come in un faro.Il lampeggiamento ha la funzione di richiamo amoroso
 
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xxxSibillaxxx
view post Posted on 29/11/2007, 19:36     +1   -1




Belle, :) è davvero molto, molto interessante questa curiosità sul "lampeggiamento" delle lucciole! :)
Io continuo, parlando di...


FARFALLE E AMBIENTE

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“Le farfalle diventano sempre più rare". Molti saranno d'accordo con questa affermazione.
Certo, si può prendere atto della crisi delle farfalle e non curarsene, perché nel mondo ci sono problemi molto più rilevanti, eppure, paradossalmente non vi è nulla di più importante che occuparsi delle farfalle.
Il destino mutevole delle farfalle è legato, infatti, nel bene e nel male, allo stato di salute del nostro ambiente, di cui è effetto e, insieme, segnale. Per questo motivo, le farfalle sono considerate indicatori naturali dello stato dell'ambiente.

Oggi, la natura che conosciamo ha ormai ben poco, o quasi nulla, di naturale, perciò almeno un quarto delle specie di farfalle diurne europee è in pericolo.
A cosa deve la farfalla questa sua sorte? Al fatto che, salva qualche eccezione, la sua sopravvivenza è legata alla presenza di determinati ambienti naturali ed è quindi minacciata dalle alterazioni che essi subiscono.
In quest'ultimo secolo, ed in particolare nel corso degli ultimi quarant'anni, gli interventi sull'ambiente sono stati tutt'altro che minimi.
L'imponente degrado dell'ambiente naturale provoca come conseguenza diretta la distruzione dei loro habitat. Orti e giardini, prati, campi coltivati, maggesi, canneti, stagni, terreni paludosi, argini di fiumi, rive di ruscelli, bordure di sentieri poco frequentati, limitare di foreste, boschi, radure, macchie, siepi, incolti: tutti questi elementi naturali sono stati oggetto di una distruzione massiccia - tuttora in corso - dovuta al dilagare degli insediamenti edilizi ed Industriali, alle nuove strade e autostrade, all'agricoltura industriale, alla monocoltura, ai boschi cedui.

Uno dei pericoli più gravi è rappresentato dalle ingenti e finora non quantificabili quantità di sostanze chimiche immesse dall'uomo nella natura. Primo fra tutti spicca l'uso indiscriminato di antiparassitari e insetticidi in agricoltura. Anche l'inquinamento atmosferico produce la sua parte di danni con il traffico automobilistico, gli scarichi industriali, le centrali elettriche, gli impianti di riscaldamento.

Finora la difesa dell'ambiente ha tenuto conto essenzialmente dell'equilibrio ecologico con particolare riferimento ai vertebrati e alla flora, mentre è stato trascurato l'aspetto dell'impatto ambientale sugli insetti e gli altri invertebrati, che oltretutto rappresentano la stragrande maggioranza della nostra fauna. Una delle priorità nell'impegno per la loro salvezza sta dunque nel garantire in misura sufficiente la conservazione dei loro habitat naturali.
(Fonte: Gli amici della Terra)
 
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Bellevue
view post Posted on 29/11/2007, 22:42     +1   -1




Il gatto «angelo della morte»...

Oscar, sette vite e un sesto senso.
Vive in un istituto per anziani con malattie degenerative e «prevede» la morte dei degenti. Negli Usa è diventato un caso!

PROVIDENCE (USA)–Oscar affascina il personale medico dell'ospedale Steere House di Providence negli Stati Uniti. Ha un bel mantello soffice di colore grigio-bianco, le sue zampine sono candide e vellutate. Ciononostante il bel micione crea inquietudine tra i pazienti nella casa di cura: già perchè l'animale sembra che riesca a presentire la morte dei malati. Il fenomeno è stato descritto anche dalla rivista medica New England Journal of Medicine, e trattato in questi giorni dai maggiori telegiornali del paese. «Il gatto riesce sempre ad apparire nel luogo qualche ora prima che il paziente muoia».

MORTE - Il felino di due anni è stato allevato quando era ancora un cucciolo, è cresciuto nel reparto per demenza del centro di cura e riabilitazione «Steer House Nursing and Rehabilitation Center» nello stato di Rhode Island. Qua vengono assistiti pazienti malati di Alzheimer, Parkinson e altre malattie degenerative. Già all'età di 6 mesi il micio ha iniziato il suo personalissimo lavoro. Il personale medico si è accorto che il gatto era solito fare un giro quotidiano nei corridoi e nelle stanze dei ricoverati, esattamente come dottori e infermiere. Controllava spesso i residenti della casa, li annusava, li osservava e si metteva vicino alle persone, la cui morte avveniva di solito nel giro di poche ore. In 25 casi la «previsione» è risultata giusta. Quando il gatto si trova nella stanza di un ricoverato, il personale dell'ospedale ormai passa ad avvertire i congiunti. Perchè questo significa, nella regola, che il malato ha solo qualche ora di vita.

CONFORTO - «Non fa mai errori. Proprio come un sensitivo sembra che riesca a capire quando un paziente è vicino a morire», spiega il dottor David Dosa al New England Journal of Medicine. Dosa è un medico specialista di geriatria e professore presso l'Università di Brown a Providence. «Molti parenti trovano conforto in questo - prosegue Dosa -. Sono contenti se il micio tiene compagnia ai propri cari». E aggiunge: «Sembra che Oscar prenda molto sul serio il suo lavoro. Anche perchè di solito si tiene a distanza dalla gente. La sua non è una razza che si lega molto alle persone».

CAPACITA' - «E' vero che il gatto riesce ad avvertire la morte meglio delle persone che lavorano in questa struttura - dice Joan Teno della Brown-University, medico curante e esperta nella terapia di malati terminali - ma non penso che questo sia un gatto sensitivo. Credo, invece, che ci sia probabilmente una spiegazione biochimica». Durante una visita ad una paziente, la dottoressa Teno, si è accorta che la donna non mangiava più, aveva problemi di respirazione e le sue gambe erano di un colore bluastro - sintomi che spesso indicano una morte imminente. Oscar in quel caso non è restato nella stanza. «Pensavo che questa volta si fosse sbagliato finchè più tardi - erano oramai passate dieci ore - è apparso, è rimasto per due ore vicino al letto della paziente, dopodichè è deceduta». Un giorno il gatto prodigio è salito sul letto di un'anziana paziente della stanza numero 313. La sua presenza ha allertato il personale della casa di cura. E quando il nipote della paziente ha chiesto il perchè della presenza del gatto, sua madre gli ha spiegato: «È qui per aiutare la nonna ad arrivare in cielo». La paziente è morta dopo mezz'ora.

MEDAGLIA - «La maggioranza delle persone che si trova nell'ospedale è così malata da non rendersi nemmeno conto quando arriva il gatto», riferiscono i medici. Non sanno quindi che li aspetta probabilmente una morte in meno di quattro ore. Finora non è stata trovata nessuna spiegazione all'insolita capacità del felino. «Sono cose difficili da studiare. Penso che probabilmente i cani e i gatti possano percepire cose che noi non riusciamo a sentire», ha detto Thomas Graves, esperto di felini e coordinatore del College dell'Università dell'Illinois. Nei giorni scorsi a Oscar è stata pubblicamente assegnata una piccola medaglietta per la sua «compassionevole assistenza ai ricoverati».
 
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xxxSibillaxxx
view post Posted on 2/12/2007, 20:37     +1   -1




Allarme per i gatti del Colosseo: sono spariti tutti!

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Da sempre e fino a qualche decennio fa, erano considerati i 'cittadini' del Colosseo, amati da “gattare” e turisti stranieri, fino a diventare famosi protagonisti del film di Walt Disney 'Gli aristogatti'. Ora, però, i gatti del più celebre monumento romano sono spariti tutti.
Una storica “gattara”, di nome Annamaria, riferisce a "Il Messaggero" che i più prossimi parenti di Romeo, “er mejo gatto der Colosseo” della pellicola disneyana, stanno rapidamente diminuendo e non abitano più tra quelle antichissime mura.
Sette anni fa vi fu una strage di felini: ne furono uccisi a decine, ricorda il giornale romano. Appena due anni dopo, un'altra amante dei piccoli mammiferi scrisse una lettera di denuncia al giornale per aggressioni continue ai gatti del Colosseo.
Annamaria, che si occupa dei gatti del Colosseo da una decina di anni, è quindi solo l'ultima voce che si leva in difesa dei felini romani e, a suo dire, la situazione non è stata mai così drammatica: da centinaia di esemplari si è passati a poche decine di felini all'ombra del monumento simbolo della capitale.
Tra i motivi della sparizione, le barriere innalzate per i lavori di restauro, che bloccherebbero i movimenti degli animali, ma soprattutto il generale e crescente disinteresse a mantenere una delle più famose colonie di gatti romani.
(Fonte: Rre/Gs/Adnkronos)
 
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Bellevue
view post Posted on 2/12/2007, 21:14     +1   -1




Secondo me il numero dei gatti é inversamente proporzionale al numero dei cinesi presenti nella capitale :cry: :cry:
 
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xxxSibillaxxx
view post Posted on 6/12/2007, 19:32     +1   -1




«Ashera»: il gatto più raro del mondo

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MILANO - E' l'ultimo frutto dell'ingegneria genetica ed è il gatto più raro del mondo. Sempre che si possa ancora chiamare gatto un felino lungo 1,20 m, dal peso di circa 15 chili e che è destinato a vivere fino a 25 anni. Si chiama «Ashera», è maculato come un leopardo, e, a dire il vero, assomiglia più a un giaguaro che a un gatto. Del resto il super-micio è il frutto di un incrocio tra un gatto delle selve africano, un gattopardo asiatico e un gatto domestico europeo. A realizzare Ashera è stato un gruppo di genetisti californiani della «Lifestyle Pets», azienda intestata all'imprenditore britannico Simon Brodie.

COSTO - Il super-gatto è acquistabile anche on line e ha, ovviamente, un prezzo straordinario: tra i 22.000 e i 28.000 dollari (tra i 15.300 e i 19.500 euro) a seconda del tipo (se ne può avere ad esempio anche uno ipoallergenico, per chi è allergico ai peli di gatto). Alla già considerevole cifra bisogna poi aggiungere eventualmente altri 6000 dollari se si vuole scavalcare la lista di attesa compresa tra 9-12 mesi, mentre il trasporto, che avverrà per via aerea tramite un collaboratore della «Lifestyle Pets» che ve lo consegnerà sulla soglia di casa, costa altri 1500 dollari per le consegne negli Usa (di più per quelle fuori dagli Stati Uniti). «Sono animali costosi - commenta Brodie - ma ne abbiamo già venduti molti negli Stati Uniti, in Asia e in Russia. La nostra lista di attesa è di almeno nove mesi».

DETENZIONE VIETATA - Nonostante la feroce apparenza, per la «Lifestyle Pets» Ashera non è altro che un docile animale che, come tutti i gatti, ama il caldo, mangia cibo in scatola, ha un buon carattere ed è amico dei bambini.
Tuttavia questo tipo di ibrido è difficile che sia legalmente detenibile nel nostro Paese. «Come per altri ibridi che hanno nel loro patrimonio genetico il genoma di animali inseriti nell'Appendice II della lista delle specie a rischio prevista dalla Convenzione di Washington - spiegano dal Corpo Forestale dello Stato - la vendita di questi animali va regolamentata. Ma in questo caso non basta semplicemente dotarsi della licenza di importazione. Trattandosi di un incrocio tra felidi pericolosi per il decreto del 19 aprile 1996 del ministero dell'Ambiente ne è di fatto vietata la detenzione per i privati».
In pratica per detenerlo legalmente bisognerebbe avere una speciale autorizzazione prefettizia, che viene data in genere soltanto ai circhi o ai giardini zoologici.
(Fonte: Corriere della Sera)
 
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100 replies since 25/11/2007, 21:06   513 views
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