xxxSibillaxxx |
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| Ammesso che la felicità esista veramente come condizione, credo che essa sia anche collegata al buon uso che riusciamo a fare del tempo a nostra disposizione. In realtà, anziché farlo fruttare, finiamo spesso per dissiparlo: trascinati dagli eventi, vittime di scadenze e ritmi convulsi, con i quali sprechiamo anche noi stessi, oppressi dalla malinconia per non aver vissuto bene “prima”, con l’ansia dell’attesa, sperando di stare meglio “dopo”, sciupando l’”adesso”, in un perenne stato di insoddisfazione.
Credo che, per chi riesce ad adottarlo (io ci sto davvero provando!), un atteggiamento saggio consista nel vivere l’intensità di ogni momento, dando valore a qualsiasi circostanza, senza rivolgersi al passato esclusivamente con nostalgia o tristezza, ma riconoscendolo come base della nostra attuale identità, preparando pure il futuro, attraverso gli obiettivi realizzati nel presente.
In questo modo, forse, le tre dimensioni del tempo, anziché separarsi, potrebbero integrarsi e l’esistenza non sarebbe sprecata nella frenesia, nel rimpianto o nella vana speranza. Il presente diventerebbe, quindi, una specie di dimensione “elastica”, capace di estendersi sul passato e nel futuro, in una sorta di fluido e positivo divenire: un piccolo passo in avanti per essere un poco più sereni.
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