LA METÀ DIMENTICATA

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view post Posted on 3/5/2012, 00:41     +1   -1
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LA METÀ DIMENTICATA
Vita segreta delle donne nella Cina di oggi

Xinran




Xinran è nata a Pechino nel 1958. conduttrice per otto anni del programma radiofonico di enorme successo Parole nel vento della sera, dal 1997 si è trasferita con il figlio a Londra, dove attualmente vive. Sposata con un inglese, insegna alla School of Oriental and African Studies dell’Università di Londra. Questo è il suo primo libro.


Xinran, autrice e conduttrice di una trasmissione radiofonica, ha rotto il silenzio che avvolgeva la condizione delle donne cinesi svelando una realtà molto più sconcertante di ogni aspettativa. Donne di ceti ed età diverse hanno trovato la forza di raccontare la vita segreta della «metà dimenticata». Come Hongxue, l'adolescente che preferisce l'ospedale alle molestie sessuali di un padre dal quale nessuno la vuole proteggere. O le giovani di Colle Urlante, strumenti di riproduzione acquistabili in società da gruppi di fratelli.

Xinran,autrice e conduttrice di una trasmissione radiofonica dall'enorme seguito,
ha dato voce alle donne cinesi, rivelando una realtà molto più estrema
e sconcertante di ogni aspettativa.
Costrette al silenzio da secoli di obbedienza e paura
donne di ceti ed eta diverse, hanno finalmente trovato la forza di raccontare
la vita segreta della meta dimenticata.
Xinran,ha saputo conquistarte la loro fiducia, e ha raccogliere
le storie emozionanti, sconvolgenti e coraggiose di mogli forzate e concubine, omosessuali e vedove bianche,
creature passata attraverso teremoti, rivoluzioni, o struggenti storie d'amore.
Ne nasce l'affresco, di una nazione grande come un continente
che nel giro di pochi decenni è balzata dalla fase arcaica a quella moderna


Dal libro: La metà dimenticata di Xinran



Diceva Mao, una cinquantina di anni fa, che "le donne reggono la metà del cielo". Tecnicamente aveva ragione. Aggiunse anche che " tutto quello che gli uomini sanno fare lo sanno fare anche le donne. Invece, non tutto quello che sanno fare le donne, lo sanno fare anche gli uomini". Anche in questo aveva ragione.
Si citavano antichi versi protofemministi cinesi:" Quando il coniglio maschio e la coniglia femmina corrono insieme appaiati, chi può distinguere il maschio dalla femmina?"
Negli anni settanta, all'epoca dell'ideologia trionfante e del femminismo di battaglia, si pensava che in Cina la questione femminile fosse stata risolta: le donne vestivano come gli uomini, lavoravano come gli uomini, avevano quindi raggiunto la paritàgrazie al presidente Mao che aveva cambiato il volto della cina con un colpo di bacchetta magica.
Invece, Mao stesso una volta disse:" Avrò cambiato al massimo due o tre cose nei dintorni di Pechino".
Come al solito, aveva ragione.
Xinran, è riuscita a squarciare la pesante coltre che avvolge la società cinese con la sua rubrica radiofonica, negli anni novanta a Radio Nanchino, dialogando con donne di ogni età e ceto, che avevano in comune la disgrazia di essere nate femmine; e la fortuna, se così si può chiamare dopo aver letto certe storie, di non essere state soppresse appena nate.
Ancora oggi in Cina, nascere femmina è la più grande disgrazia che possa capitare, lo rivelano le storie di donne raccolte da Xinran, storie di donne nostre contemporanee, non di antenate remote.
C'è la ragazzina che alleva un "cucciolo" di mosca per avere un po di compagnia,ci sono le donne del villaggio Colle Urlante che hanno diritto ad un uovo sbattuto nella minestra solo quando partoriscono un maschio,e che usano foglie secche come assorbenti igenici. Poi c'è la cinica studentessa, vestita all'ultima moda, che vuole soltanto i soldi e sa benissimo come guadagnarseli, l'anziana donna che per tutta la vita ha aspettato l'uomo che la rivoluzione culturale gli ha portato via......
Donne cinesi che si confessano, che hanno il coraggio di parlare in pubblico,dei loro tormenti, delle loro ispirazioni, in un paese rimasto confuciano, dove ora, con l'avvento caotico del libero mercato, si corre il rischio di un'affrettata modernizzazione che si stende come una patina di cerone su un volto segnato da rughe profonde.
Alle storie che racconta Xinran, ce ne sarebbero tante altre da aggiungere, recentissime, agghiaccianti.
Nel dicembre del 2001 la polizia ha liberato un centinaio di donne messe in vendita in un capannone nella periferia di una città; sui corpi avevano segni di percosse,ai piedi cartelli che specificavano cosa sapevano fare: lavandaia, stiratrice, ricamatrice,calzolaia,balia,bambinaia...... In realtà, non sapevano fare niente, erano lì per essere acquistate come schiave, non assunte x dei lavori, i cartelli erano soltanto una copertura per un nuovo business in cui le femmine sono merce, merce per la quale la domanda è in crescita, in un paese che si avvia ad essere popolato prevalentemente da maschi, come conseguenza della politica del"figlio unico", che, fatta eccezione per le grandi città, si preferisce maschio.
Oggi, questi maschi in soprannumero, ormai cresciuti, una moglie possono solo comperarla, se ne hanno i mezzi. Per questo nelle campagne i rapimenti di giovani donne sono diventati un incubo costante,e siccome in Cina vige la legge del mercato e sul mercato la domanda di femmine è in aumento, c'è la possibilità che ne nascano di più, già si nota il trend: bambine da vendere, prodizione casalinga, piccole schiave buone a tutto offronsi......

Dalla prefazione di Renata Pisu


Nessuno meglio di Xinran avrebbe potuto comprenderle.

Il loro passato è anche un po' il suo passato. I suoi ricordi portano ancora l'eco incancellabile di un'infanzia difficile, in una Cina stravolta da una fin troppo ingiusta "rivoluzione culturale", che in nome di una "necessaria rieducazione", aborriva e perseguitava benestanti e persone colte, chiunque avesse legami con l'estero o avesse lavorato per il governo prima degli anni cinquanta.
Come risultato, intere famiglie allo sbando, padri e madri imprigionati o mandati a rieducare dai contadini, i loro figli bollati come nullità, umiliati, il più delle volte seviziati, violentati nel corpo e nell'anima.
Storie innominabili, destini stravolti in nome d'ideali malati, con l'utopia di una società paritaria, ripulita dai ceti più abbienti.

Tutto questo ha racchiuso Xinran nel suo libro, raccontandolo con la semplicità e la dolcezza che nonostante tutto ancora la contraddistingue, dedicando ogni capitolo a una donna diversa.
Troviamo la fragile Hongxue che è disposta a tutto per sfuggire alle molestie del padre; l'insolita mamma raccattarifiuti che custodisce un segreto in nome dell'amore; la ribelle e cinica studentessa universitaria Jin Shua, che come tante ragazze della sua generazione, preferisce cacciare in fondo al cuore i sentimentalismi preferendo affidarsi a uno stile di vita effimero e materialista; la sfrontata eppur ingenua giovane donna omosessuale Taohong; la dolce Jingyi, testarda e fedele a uno sfortunato amore del passato e tante altre ancora sono le storie di vita narrate tra le pagine.

Tra queste, come non citare le donne di "Colle Urlante", una zona della Cina sull'altopiano di Loss, incredibile il modo in cui vivono, nella povertà più assoluta, soggette a usi e costumi per noi inaccettabili.
E' stata la stessa Xinran, nel 1996, a visitare il posto e a raccogliere personalmente le testimonianze.
Vivono la quotidianità sottomesse a uomini che le apprezzano solo in base alla loro utilità.
Sono considerate merce di scambio, forza lavoro e strumenti di riproduzione, ma queste donne, non conoscendo altra forma di convivenza non si ribellano. Accettano come normalità addirittura la poliandria, una coabitazione con più uomini, che il più delle volte sono fratelli del marito, che le usano per assicurarsi una discendenza, specie quando non hanno altre femmine da poter barattare negli altri villaggi!
Le donne di Colle Urlante, non conoscendo altra realtà e ignare di quel che succede nel resto del mondo, accettano la loro situazione come normalità riuscendo addirittura a essere felici!

Questo e altro ancora racconta l'autrice, attraversando con la narrazione momenti storici di grande rilevanza.
 
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elly_star
view post Posted on 4/5/2012, 07:41     +1   -1




Quando leggo e pongo la mia attenzione su argomenti di questo genere continuo a ripetermi: l'uomo (inteso come essere umano) come è arrivato a macchiarsi fino a questo punto? Evidentemente il male è sempre preferito al bene, perchè è la via più facile. Quando sentiamo realtà scomode la prima reazione è fare finta di non avere sentito, di non avere visto. Dove ci sta portando il nostro egoismo, perchè non riusciamo a comprendere che siamo tutti legati, tutti fratelli e tutti all'Uno apparteniamo. Ci hanno inculcato il seme della divisione, per portarci a perdere tutto quello che di sacro avevamo.
Cerchiamo almeno di indignarci davanti alle ingiustizie, ma tanti oramai non sono più nemmeno in grado di fare quello.
Dove vogliamo andare se non prendiamo consapevolezza e non stravolgiamo completamente ogni nostro schema?

Grazie Taide perchè è giusto conoscere cosa succede, è giusto indignarci e come primo passo tutto questo deve servire a operare dei grandi mutamenti dentro di noi prima ancora che all'esterno.
 
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view post Posted on 6/5/2012, 00:32     +1   -1
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Grazie a te elly,
hai scritto che non leggi molto, se puoi ti consiglio di leggere questo libro,
non lo dimenticherai facilmente.
Ci sono certi passaggi che ti sembra impossibile siano cose vere, accadute o che accadono realmente.
 
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elly_star
view post Posted on 7/5/2012, 00:29     +1   -1




Provvederò a procurarmelo cUmVG
 
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3 replies since 3/5/2012, 00:37   25 views
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