Varietà di fiori

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elly_star
view post Posted on 29/11/2012, 18:14     +1   -1




Vorrei aprire una raccolta di immagini sulle più svariate varietà di fiori.

Parto con La Margherita


margherita



Nel linguaggio dei fiori, la margherita ha diversi significati, tutti positivi e collegati con il concetto di ‘verità’. E’ innanzitutto il fiore delicato della purezza e dell'innocenza, della semplicità e della modestia, ma anche dell'amore fedele e della pazienza. Da sempre apprezzato per la bellezza della sua apparentemente semplice fattezza, il significato della margherita simboleggia l'innocenza giovanile, libera dai sensi di colpa, dal peccato, dalla corruzione. Un tempo, infatti, era comunemente raccolto nei prati dalle fanciulle e infilato tra le ciocche dei capelli.

A seconda dei soggetti interessati, il messaggio insito nelle margherite diventava particolarmente significativo quando venivano regalate e accettate: elogio alle numerose virtù, tante quanti erano i petali di ognuno di questi fiori, consegnava sincerità e irreprensibilità in mano di chi la riceveva, ma poteva anche costituire una promessa di amore fedele. Quindi, quando il silente linguaggio nei fiori era conosciuto a livello popolare, una fanciulla accettava le margherite con grande onore, considerandolo un gesto in onore della sua rispettabilità o una prova di affetto. Ma, se il dono veniva offerto in pubblico, allora si caricava del significato di affidare un segreto in buona fede a chi lo avrebbe custodito al sicuro, celandolo a tutti, senza mai rivelare la verità e accettandolo si prendeva in considerazione la richiesta. Tra innamorati, è sempre stata l’equivalente di una confessione e di pegno di sentimento eterno.

Il fiore reciso, riunito in un bel mazzo, è rimasto comunemente celebrativo del 5° anniversario, mentre in bouquet di margherite viene regalato ad una neo-mamma in segno di accoglienza del neonato. Per la forma del fiore, con i petali a raggiera attorno al disco centrale giallo, la margherita infatti allieta come se portasse il sole nella vita delle persone. Gli anglosassoni le avevano dato un nome appropriato: ‘daisy’, che derivava da ‘day’s eye’ e significava ‘occhio del giorno’, visto che si apriva al mattino e si chiudeva di notte, e da questo ne aveva indotto anticamente di utilizzarla per lenire i problemi agli occhi. In alcune zone dell’Inghilterra, era chiamata anche ‘thunderflower’ dato che raggiunge il picco di fioritura stagionale in estate, quando sono più frequenti i rovesci temporaleschi, ma si pensava pure che proteggesse da tuoni e fulmini.


Tratto da www.giardinaggio.it
 
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elly_star
view post Posted on 4/12/2012, 22:49     +1   -1




Il giglio

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Simbolismo e storia

Nelle rappresentazioni mentali più diffuse il raffinato fiore di giglio è quello bianco candido, dolcemente profumato in modo penetrante, eretto sull'alto stelo con portamento elegante, dai numerosi significati religiosi e culturali assunti in molte culture antiche, ma le varietà esistenti sono numerose e alquanto diverse per forma e per colore dei petali.

Originario dei Balcani e dell'Asia occidentale, diffuso nel Mediterraneo orientale dai Fenici, è annoverato tra le più ancestrali coltivazioni di fiori ornamentali. Immagine presente sulle sculture assire e sulle tombe egiziane, presso questi due imperi il significato del giglio diventò l’emblema della sovranità reale e dell’innocenza verginale delle ragazze che si sposavano. Nell’antichità, tra i Greci e i Romani incarnò il grande amore sublime e la procreazione; il sacerdote poneva sul capo della sposa la rituale corona nuziale di gigli con inserite spighe di grano, simboli della purezza e dell’abbondanza. Perdurando l’associazione del giglio alla devozione e alla fede reciproca degli sposi, è continuò: ai giorni nostri è diventato il fiore tradizionale per festeggiare il 6° anniversario di matrimonio. Il giglio fu consacrato a Britomarti – dea cretese della fertilità, della natura e della caccia – e la civiltà minoica lo elesse motivo privilegiato e ricorrente nell’arte floreale sviluppatasi sull'isola all’incirca dal XXVII secolo a.C. al XV secolo a.C. Rappresentazioni di questo fiore, simbolo di uno stile di vita di alto rango, sono state infatti scoperte in alcuni affreschi cretesi risalenti all’incirca al 1580 a.C. Risalgono allo stesso periodo minoico anche i gigli stilizzati rappresentati come emblema del potere, insieme ai grifoni, sulle pareti nella sala del trono del Palazzo di Cnosso, inaugurandone così l’impiego nell’araldica perdurato nei secoli. Ad Akrotiri, sull’isola di Thera (o Santorini), è stata ritrovata la 'Camera del giglio' adibita al rituale nuziale: tre pareti sono interamente affrescate con un paesaggio roccioso in cui spiccano rondini che volano al di sopra di gigli rossi fioriti. In questo caso sono state combinate le fattezze e i colori di due diverse varietà floreali – una dai fiori bianchi eretti, l’altra da quelli rossi reclinati – probabilmente come rappresentativi dell’inizio dell’estate, della purezza della gioventù nel passaggio all'età adulta e del culto di Arianna, dea della vegetazione, protettrice della ricrescita, della prosperità, della fertilità e del raccolto. Il giglio come metafora di purezza e di innocenza spinse, in epoca vittoriana (1837-1901), a riproporne l’immagine in particolare sulle lapidi delle donne così come, ai nostri giorni, con questo fiore vengono adornate le tombe dei giovani.

Simbolismo religioso

"fiore di giglio bianco" Nella tradizione ebraica e cristiana, il giglio era sinonimo di gioventù, verginità e fertilità. Con l’avvento del Cristianesimo, il fiore bianco ‘Lilium candidum’ – che sbocciava nella tarda primavera e fioriva in estate – diventò conosciuto come ‘giglio della Madonna’, ‘giglio di San Luigi’, o ‘giglio di Sant’Antonio’, sinonimo di castità, purezza e virtù, come testimoniano le scritture della letteratura e l’iconografia religiosa. Fu quindi strettamente associato a numerosi Santi martiri, tra i quali Sant'Antonio da Padova, protettore del matrimonio e patrono della procreazione, rappresentato con questo fiore in mano in nome della sua purezza, nel corpo e nell'anima, e della battaglia che condusse contro il demone fin dall'infanzia. San Giuseppe venne raffigurato tradizionalmente con Gesù Bambino in braccio, mentre teneva in mano un bastone da viandante dal quale sbocciavano dei gigli bianchi, l’unico fiorito miracolosamente tra quelli posti sull'altare, e quindi decisivo per designare lo sposo di Maria, secondo quanto tramandato dal Protovangelo di Giacomo. I tre petali del giglio vennero anche ritenuti simbolici delle tre virtù – fede, speranza e carità – e quindi allusivi alla Sacra Trinità. Simbolo della Passione di Cristo sulla croce e della Santa Rinascita nella primavera della Pasqua cristiana, il giglio fu considerato candido quanto era puro il Salvatore e simile alla tromba dell’Angelo Gabriele che gioioso annuncia la Resurrezione per la sua forma a cono. I gigli rientrarono nel simbolismo religioso floreale delle piante e dei fiori che rappresentarono la vita e le virtù della Madonna nei ‘Giardini di Maria’ medievali. In alcune opere d’arte religiosa di quest’epoca comparve anche il giglio nelle tonalità arancio acceso e rosso brillante che incarnavano l’amore di Dio, anche se talvolta la varietà in giallo venne identificata con la luce divina e quella in viola come sinonimo di umiltà e di castità. Ma era comunque comunemente condivisa l’interpretazione secondo il linguaggio dei fiori: il giglio bianco – sinonimo di innocenza, purezza, rettitudine, fede, santità – venne inserito in numerosi quadri per rappresentare la Madonna e l'Angelo dell'Annunciazione nel tardo Medioevo e nel primo Rinascimento. ‘L'Annunciazione’ – tempera all'uovo su tavola a lunetta dipinta da Fra Filippo Lippi negli anni 1450-1453 – presentò le due figure di profilo. Maria era seduta a testa china, in segno di umile accettazione, nel porticato di un giardino all’italiana recintato e raccolto, conosciuto come ‘hortus conclusus’ per pregare, simbolo artistico della Sacra Verginità perpetua. Un vaso con gigli bianchi, come quelli in mano all’Angelo Gabriele, si stagliava in primo piano sulla balaustra in pietra. Al culmine del Rinascimento, Leonardo da Vinci dipinse ad olio e tempera l‘Annunciazione’ (ca. 1472-1475) dell’Angelo Gabriele che recava il messaggio divino in uno scenario all’aperto, reggendo un giglio bianco con la mano sinistra, simbolo di purezza, mentre con la destra benediceva la Vergine Maria. Anche Sandro Botticelli raffigurò il giglio ne ‘L’Annunciazione’ (1489-1490), una tempera su tavola ambientata in uno spazio interno, seguendo la tradizione. Pare che la Chiesa cattolica romana avesse adottato questo fiore per rappresentare la Beata Vergine Maria sia per il candore dei petali, indicativi di tanta purezza, sia per il colore dorato diffuso al loro interno, che rimandavano a valori supremi. Ma, secondo un’altra versione, questo significato religioso conclamato del giglio in rapporto alla Madonna avrebbe compreso anche il profumo del fiore quale riferimento alla divinità, lo stelo per la fede e le foglie per l’umiltà.

Leggende e usi


"fiore di giglio rosa" Una leggenda tramandava che inizialmente i gigli fossero gialli finché un giorno la Vergine Maria si chinò a raccoglierne uno che, al suo tocco, immediatamente cambiò colore e diventò bianco candido. Del fiore del giglio rosso del Caucaso si narrava invece che fosse bianco puro in origine ma, di colpo, avesse mutato colore e avesse chinato il capo arrossendo dalla vergogna quando Cristo gli si era fermato davanti guardandolo con sorpresa e imbarazzo nel giardino del Getsemani: aveva peccato di presunzione e di orgoglio non inchinandosi a Lui in segno di riverenza, come tutti i suoi simili, proprio per farsi notare per la bellezza straordinaria e per l’intenso profumo.

Il Lilium fu citato al primo posto in un elenco di 73 piante ritenute utili per le proprietà medicamentose in un ordine proclamato da Carlo Magno per i palazzi imperiali nell’anno 812. I contadini ponevano i fiori freschi di giglio sotto spirito per ottenere una lozione efficace contro le contusioni. Si preparavano anche delle acque distillate non profumate, visto che non si riusciva ad estrarre dal giglio l’olio essenziale dalla fragranza di mandorle.

Il bulbo inodore era impiegato per le proprietà assai emollienti e moderatamente astringenti: allo stato fresco risultava vantaggioso in caso di edemi; bollito in acqua o latte veniva utilizzato ad uso esterno come cataplasma emolliente su infiammazioni e ulcere; era l’ingrediente principale di unguenti disinfiammanti e di antidolorifici da applicare su scottature, ustioni e callosità, ma anche in caso di tendini contratti. L’infusione ottenuta dalla radice del giglio bianco nel vino veniva data da bere per qualche giorno di seguito agli appestati.

I bulbi freschi di diverse varietà di giglio sono rimasti nella tradizione culinaria orientale: una volta cucinati assumono un sapore dolciastro che risulta molto gradito soprattutto tra i cinesi e i giapponesi.

tratto da www.giardinaggio.net
 
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view post Posted on 6/12/2012, 22:07     +1   -1




Viola del pensiero

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La viola del pensiero è una piccola pianta erbacea molto graziosa. Il suo nome scientifico è Viola tricolor; appartiene al genere Viola, che comprende circa 400 specie, e alla famiglia delle Violaceae. E’ originaria dell’Europa e dell’America; in Italia è molto conosciuta e apprezzata e viene coltivata a scopo ornamentale; la possiamo trovare nei giardini dove si usa per creare aiuole e bordure, o anche sui terrazzi e sui balconi, posta in vasi. La viola del pensiero può raggiungere un’altezza di 10-20 cm; ha foglie peduncolate che possono essere lanceolate o arrotondate; i fiori sono portati da piccioli eretti, hanno petali rivolti verso l’alto e possono essere di diversi colori a seconda della varietà: gialli, viola, blu o di più colori.

Curiosità

La viola del pensiero ha proprietà depurative, diuretiche e lassative, usata come decotto; inoltre è utilizzata nel trattamento delle affezioni cutanee. E’ usata anche in profumeria per la creazione di profumi. Le viole mammole sono apprezzate anche nell’industria alimentare; i “bonbons à la violette” sono un prodotto dolciario caratteristico della città Tolosa, in Francia.

tratto da www.giardinaggio.net


 
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view post Posted on 12/12/2012, 22:10     +1   -1




Il girasole

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Simbolismo

Il "fiore di girasole" Il fiore di girasole è considerato portatore di gioia e allegria proprio per la sua grande infiorescenza che sembra sorridere, ma anche per il colore giallo acceso, brillante e splendente proprio come un ‘piccolo sole’ che illumina e comunica un senso di calore. Per questo motivo questa immagine è riprodotta di frequente sui decori delle case rustiche, sulle piastrelle e nei corredi da cucina.

Il movimento dovuto al fenomeno naturale dell’eliotropismo, per cui il capolino inclinato del girasole coltivato e in via di fioritura segue sempre il sole dal suo sorgere per tutto il corso della giornata, da est a ovest, per ritornare a est alla sera, è interpretato in maniera controversa. Un’antica leggenda influenzata dalla mitologia greca (che non conosceva ancora il girasole) narra che, alla sua origine è legata alla vicenda successa alla ninfa Clizia, innamorata non ricambiata di Apollo, il dio del sole, che stava seduta e lo fissava dall’alba al tramonto. Per magia, il corpo di Clizia fu trasformato in un girasole – le gambe in stelo, il volto in fiore, i capelli dorati in petali gialli – che continuò a voltarsi sempre verso il sole. In quest’ottica, diventa quindi simbolo di costanza e di fedeltà assoluta, anche da parte di un ammiratore devoto, oltre che di una persona innamorata, oppure di adorazione che sfocia nella fissazione passionale. Per i Cinesi il significato del girasole rappresenta la longevità e, secondo il linguaggio dei fiori, esprime un messaggio di vero amore da parte di chi lo regala.

Ma altre valutazioni riguardano la costituzione strutturale del fiore del girasole, così come comunemente lo definiamo. In realtà si tratta di un capolino di grandezza spropositata rispetto ad altri, composto da numerosi fiori raggruppati – quelli esterni sono i ‘fiori dei petali’, sterili, mentre altri sono ammassati nel disco centrale interno – e tutto questo appare simbolico delle false apparenze e di amori infelici.

Il portamento regale dell’infiorescenza così grande al culmine di un fusto ben eretto, lungo incredibilmente alcuni metri e che, ogni giorno, aumenta in altezza in maniera velocissima – tanto da essere una pianta tra quelle che detengono il record sotto questo aspetto – induce a significati diversi che spaziano dall’orgoglio all’arroganza, fino alla superbia.

Il fiore di girasole fu il simbolo della divinità solare presso civiltà precolombiane quali l’Inca (XIII-XVI secolo) sull'altipiano andino – adottato dalle sacerdotesse, riprodotto in oro nei templi e scoperto nel 1532 dal condottiero spagnolo Francisco Pizarro che conquistò il loro Impero – e quella degli Aztechi (XIV-XVI secolo) nella regione attualmente occupata dal Messico, come testimoniato dai resti di corredi rituali riesumati dagli scavi archeologici in Sudamerica.

Nel XIX secolo, lo scrittore, poeta e drammaturgo irlandese Oscar Wilde (1854-1900), lo portava all’occhiello e, nel movimento estetico, lo diffuse tra i personaggi dandy e in seguito come motivo di arte decorativa. Oggi l’immagine è spesso scelta quale icona o marchio rappresentativo di movimenti o imprese legati all’ecologia. Durante la ‘Giornata Internazionale del Girasole dei Giardinieri di Guerriglia’ (International Sunflower Guerrilla Gardening Day), celebrata il 1 maggio di ogni anno da quando nel 2007, per la prima volta, alcuni ‘giardinieri guerriglieri’ – i cosiddetti ‘contadini di Bruxelles’ – hanno concepito e messo in pratica l’idea di piantare girasoli nei quartieri, in particolare nei luoghi pubblici trascurati e privi di verde, come le aiuole e le banchine stradali. Da allora la partecipazione è cresciuta così tanto che più di 5 mila persone hanno sottoscritto la manifestazione nel 2010, nel Nord America, in Europa e in Asia.

Coltivati inizialmente per motivi commerciali, i girasoli stanno crescendo rapidamente in popolarità per la loro bellezza, come fiori recisi, mazzi, composizioni floreali, giardini. Simbolo dell’augurio di pronta guarigione per gli ammalati, che apprezzano l’illuminarsi della loro camera con questi raggi di sole, celebrano anche sincere congratulazioni dopo un evento (laurea, prodezza compiuta, nuovo lavoro, tentativo riuscito) e pure affetto intenso, un ‘ti adoro’ a San Valentino, alla Festa della mamma o in occasione del compleanno di una persona speciale.

tratto da www.giardinaggio.net

 
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3 replies since 29/11/2012, 18:14   29 views
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