Tratto da: "Corriere Della Sera", 13.07.2006
Zidane: «Mi scuso ma non mi pento»
Così il francese sulla testata a Materazzi. «Ha insultato più volte le donne della mia famiglia». Non sarebbero, però, frasi razziste.PARIGI - Zinedine Zidane si è scusato per aver dato una testata a Marco Materazzi durante la finale dei Mondiali, ma «non si pente», perché è stato insultato con «parole molte dure». Lo ha detto il calciatore francese intervistato da Canal Plus.
EPISODIO - Tutto, spiega il fuoriclasse, sarebbe iniziato perchè Materazzi gli avrebbe tirato la maglietta. «Io - continua Zidane - gli ho detto che potevo dargliela negli spogliatoi e lui ha iniziato con gli insulti. Ha insultato più volte le donne della famiglia. Al primo insulto ho fatto finta di nulla, ma poi non ho resistito, sono un uomo».
Non risponde però alla domanda del giornalista che gli chiede di rendere pubblico l'insulto. «Si guarda sempre alla reazione e mai alla provocazione - si è giustificato - ma il vero copevole è quello che provoca. Da Materazzi ho ricevuto parole che sono più dure dei gesti. Avrei preferito prendere un pugno».
Gli insulti comunque, ha specificato l'ex capitano della Francia, non erano d'ordine razzista (una puntualizzazione che spazza via l'ipotesi, piuttosto remota, che la Fifa potesse privare l'Italia del titolo mondiale sulla base del regolamento che vieta comportamenti di questo genere).
MATERAZZI - Anche Marco Materazzi ha parlato della vicenda. «Non gli ho detto nulla che riguardasse razzismo, religione e politica. Non ho parlato neppure della madre. Ho perso la mamma a 15 anni e ancora adesso mi commuovo a parlarne. Naturalmente non sapevo che la sua fosse in ospedale, le faccio i miei migliori auguri». Quanto al capitano della nazionale francese, ha aggiunto: «È da sempre il mio mito, lo ammiro molto».
Interventi tratti dal sito di Claudio Sabelli Fioretti, giornalista, scrittore, editorialista.
13.07.2006
RAZZISMIda Carla Bergamo
Ascoltate le interviste di Zidane e di Materazzi e rivisto il labiale finale, quello che mi è parso di capire è che l'Italiano ha associato un po' volgarmente la maglietta alla sorella e alla fine ha mandato il Francese “a fa un c...”, più volte.
Ora, provato che Materazzi non ha fatto alcun riferimento razzista o politico, mi dico: chi sono i veri razzisti, se non quelli che hanno pensato subito a una frase di questo tipo?
Nel frattempo il Materazzi è passato da vittima a colpevole e buona parte della stampa ha avuto un atteggiamento "razzista al contrario", evidenziando immediatamente il fatto di Zidane di essere "figlio di emigranti algerini", dando quindi per scontato che Materazzi avesse detto cose orrende.
E adesso, visto che si tratta di semplici offese maschiliste (sic), che si fa con il bel Materazzi, che non è nemmeno padano? Lo castriamo? Gli togliamo la medaglia? Si, perchè in fondo, m'immagino che sui campi di calcio sia tutto un "Grazie", "Prego", "Ma le pare!", "Mi saluti la mamma...e la sorella". Tanto rumore per nulla.
[csf ::: 17:07]
QUELL’ESISTENZIALISTA DI ZIDANEda Pier Franco Schiavone
L’ha detto Freccero, mica io.
Durante l’intervista Zidane ha rivelato il suo immenso fascino; ah, quella giacca militare appoggiata sulle spalle! (da leggere con lieve accento transalpino: ah, quela sciacca miltár aposciata su le spaal) Zidane evoca Camus.
Zidane ha risposto con un soffio all’intervista, che elegonsa! (l’ha detto Freccero, mica io)
È un personaggio letterario, Zidane, abbatte gli avversari a craniate, mica come quel coatto di Totti che sputacchia come un gatto raffreddato. Zidane è charmant, viene dalle banlieu, figlio di quell’Algeria raccontata da Pontecorvo, mica dall’hinterland milanese.
Che differenza di storie, il figlio del figlio del deserto e il compagnuccio della parrocchietta. Non c’è lotta. Gli occhi verdi e magnetici del bellissimo Zinedine e la faccia da fiulót di Materazzi, il provocatore che si chiama Marco, come l’Evangelista, che volgare.
Zinedine alias Zizou alias Yazid, invece, eh, un’altra cosa. Nomen Omen. Il genio assoluto del calcio, con la sua epica craniata ha voluto significare: scendo dall’Olimpo e torno uomo.
Motus in fine velocior, verrebbe da dire, o, se volete, chi tanto in alto sale cade sovente precipitevolissimevolmente.
[csf ::: 17:06]
SPORT DA BARACCONEda Vittorio Grondona - Bologna
Zidane può essere il migliore giocatore del mondo, ma come sportivo ha dimostrato che non vale una cicca. Così pure il bravissimo Totti. Ci sono degli atti della vita che squalificano per sempre i loro protagonisti. I peggiori nemici dello sport sono la debolezza infame di non sapere perdere e la reazione incontrollata ad ogni tipo di ostilità sul campo di gara.
[csf ::: 16:13]
LE PALLE SU UN PIATTOdi Paolo Beretta
Personalmente ho già perdonato Zidane, come già perdonai a suo tempo la sputacchiata di Totti.
Certi gesti, pur non giustificandoli, si possono anche comprendere, anche perché, alla fine, una partita di calcio è come una piccola guerra, ma al novantesimo tutti si stringono la mano.
Poi ci sono i "diversamente intelligenti", come Cossiga che, tra una denuncia ed uno sproloquio verso chi indaga sul SISMI, riesce anche a fare la figura del deficiente scrivendo a Chirac su qualcosa della quale nessuno ancora sa niente di certo.
Ci sono anche i "duri e puri", per esempio Zeman, il quale, lungi dal tener chiusa la bocca per risparimarci il solito profluvio di banali cazzate, stigmatizza gli "italiani che offendono in campo", suggerendo che ci piace vincere barando. Non ricordo un'analisi altrettanto severa quando Totti sputò in faccia a Poulsen, né alcuno che si chiese, al di là dei numerosi calcioni che gli aveva rifilato con prodigalità, cosa cazzo avesse mai detto Poulsen a Totti, per farlo sputare come un lama andino.
Infine, se le notizie riportate dal Mirror sono vere, ci sono i deficienti totali, come la mammina di Zizou che vorrebbe le palle di "Matrix" su un piatto...
[csf ::: 15:39]